Merita molta attenzione questa lettera, pubblicata da Repubblica il 28.3.2010: riporto qui a fianco l’originale e invito a leggerla con calma.
« I concorrenti esteri di Trenitalia
Federico Fabretti - Dir. Relazioni Media delle Fs
In relazione all'articolo sul servizio ferroviario tra Italia, Austria e Germania (del 23 marzo), precisiamo (ma lo avevamo fatto già a dicembre) che la cancellazione di una "sola" corsa dei convogli Db-Obb-Ln sulla Milano -Verona equivale ben al 50% dei treni da loro effettuati, dato che sono solo due. Circa i treni austro-tedeschi che non sarebbero riportati sui tabelloni cartacei ed elettronici delle stazioni Fs: basta andare in stazione e controllare. Per le mancate informazioni: cercare biglietti o informazioni per questi convogli nelle nostre biglietterie sarebbe come chiedere orari e biglietti Lufthansa ai desk Alitalia. La comparazione tra i due servizi ferroviari, infine, è stata fatta attraverso grafici imprecisi: i prezzi base di Trenitalia vengono confrontati con quelli promozionali degli operatori stranieri, mentre peri tempi di percorrenza si tiene conto di soluzioni di viaggio non omogenee. Siamo certi che, con l'arrivo di questi e altri competitor, i dovuti confronti saranno caratterizzati da maggiore imparzialità e attenzione. »
Non entro nel merito della questione in sè, cioè la presenza di un concorrente estero sui binari italiani; mi interessa piuttosto il linguaggio usato da questo signore. Essendo “Direttore delle Relazioni con i Media”, cioè il responsabile della comunicazione, non si tratta di parole messe lì a caso, come vengono vengono, ma rispecchiano in pieno la mentalità aziendale.
Vengo al punto, copiando qui sotto le frasi più inquietanti: “cercare biglietti o informazioni per questi convogli nelle nostre biglietterie sarebbe come chiedere orari e biglietti Lufthansa ai desk Alitalia”. Questa frase sembra esprimere il disprezzo assoluto per chi viaggia.
Mettiamola così: un viaggiatore deve prendere una coincidenza e ha già tutti i biglietti pronti in tasca; ma il suo treno ha un ritardo e la coincidenza è saltata. Che si fa? Fino a poco tempo fa, bastava salire sul treno dopo, il primo che passa. Un’occhiata all’orario, e via. Adesso, con Trenitalia, il treno che viene dopo non va più bene: bisogna cambiare biglietto, la “tipologia” è diversa. E quindi: o si va a fare la coda in biglietteria, o si butta via il biglietto e se ne fa un altro. Oltretutto, Trenitalia ha chiuso le biglietterie un po’ dappertutto: le emettitrici non consentono dialogo, servono solo per fare i biglietti nuovi. Quindi, o il viaggiatore perde il treno e sta in giro giornate intere, o compera un biglietto nuovo. Ma questo già si sapeva: adesso impariamo che se il primo treno utile per tornare a casa non è di Trenitalia, sarà difficile avere informazioni e sarà anche dura procurarsi il biglietto. Tutto questo viene considerato normale, e chi muove osservazioni viene trattato con ironia e sarcasmo: “precisiamo (ma lo avevamo fatto già a dicembre) che la cancellazione di una "sola" corsa dei convogli Db-Obb-Ln sulla Milano -Verona equivale ben al 50% dei treni da loro effettuati, dato che sono solo due.”
Eccetera: un concentrato di arroganza e di espressioni raccapriccianti. Ma questa è solo l’ultima lettera (comunicazione ufficiale!) di una lunga serie di orrori. Per esempio, come siamo messi con gli handicappati? Avranno diritto, i disabili, a viaggiare sulle Ferrovie, o è meglio che se ne stiano a casa? Degli handicappati parlerò domani: ma portatevi una coperta, quello che ha da dirvi il dottor Fabretti fa venire i brividi di freddo.
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