domenica 18 aprile 2010

Monologo di Edgar

Eppure è meglio così: sapere, cioè, di essere disprezzato, che non vedersi a un tempo oggetto di disprezzo e di adulazione. Anche chi si trova in balia delle più gravi sciagure, e ad essere la cosa più avvilita e più misera tra quelle abbandonate dalla Fortuna, può sempre attaccarsi alla speranza e non vivere soltanto di paura. Il mutamento più doloroso è quello che muove da uno stato di prosperità. La condizione peggiore, invece, deve di necessità volgersi a ritroso finché non veda spianarsi il volto in un sorriso.
E quindi il benvenuto a te, aria impalpabile ch'io abbraccio. Il meschino che tu hai gettato, col tuo soffio, nella peggiore situazione, non è debitore di nulla alle tue raffiche.

(William Shakespeare, Re Lear, atto 4 scena 1, monologo di Edgar )

Welcome, then,
thou unsubstantial air that I embrace:
the wretch that thou hast blown unto the worst
owes nothing to thy blasts.

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