sabato 3 aprile 2010

Pazzi in Ferrovia /2

La Repubblica del 7.8.2009 pubblicava questa lettera, scritta da un viaggiatore che si firma Fabio Lalli:
Se un disabile non può scendere dal treno
INTERCITY 595 Milano-Napoli: una signora disabile viaggia in direzione di Chiusi. Viene avvertita che a Chiusi-Chianciano Terme non c'è servizio disabili e quindi nessuno potrà farla scendere dal treno e le viene chiesto di lasciare il convoglio alla stazione di Firenze, dove un taxi la accompagnerà a spese di Trenitalia nella cittadina toscana. Peccato però che anche a Firenze nessuno sia in grado di far scendere la signora dal treno. Il convoglio resta fermo per quasi trenta minuti in attesa di un carrello elevatore e la signora viene lasciata vergognosamente per tutto questo tempo sull'uscio del vagone. A nulla sono valse le preghiere del marito che chiedeva di far scendere la moglie a mano, nessuno se ne sarebbe assunto la responsabilità. Appena scesa la signora, oramai in lacrime, ha chiesto scusa a tutti per il ritardo causato al treno, come se la colpa fosse stata la sua! Un ferroviere sosteneva che la colpa fosse del fatto che il servizio di trasporto disabili non era stato prenotato: ma in una stazione come Firenze serve una prenotazione per far salire e scendere dal treno una persona in carrozzella?
Questa è la risposta ufficiale di Trenitalia, sempre da Repubblica, pubblicata il 21.8.2009 :
Il Gruppo FS e i servizi ai disabili
Federico Fabretti - Direttore Relazioni con i Media
In riferimento alla lettera «Se un disabile non può scendere dal treno», pubblicata su la Repubblica il 7 agosto, preme sottolineare che il servizio di assistenza disabili viene offerto da Trenitalia seguendo norme ben precise. Nel caso specifico la signora doveva scendere a Chiusi, per questa stazione l'assistenza va richiesta con 12 ore di preavviso per un'adeguata programmazione. Il personale Trenitalia ha cercato di agevolare la cliente proponendo come stazione di arrivo Roma Termini e garantendone il proseguimento verso Chiusi. Di fronte alla scelta della cliente di non proseguire, l’assistenza di Trenitalia ha organizzato la discesa a Firenze Rifredi, dove è stato messo a disposizione un taxi per raggiungere Chiusi.

Non sono sicuro di aver capito bene; rileggo tre o quattro volte. Non c’è nemmeno un accenno di scuse, si dice anzi che «l'assistenza va richiesta con 12 ore di preavviso per un'adeguata programmazione» e che «preme sottolineare che il servizio di assistenza disabili viene offerto da Trenitalia seguendo norme ben precise».
Siccome il senso può non essere chiaro, traduco in linguaggio comprensibile: Trenitalia ci dice che i disabili è meglio che se ne stiano a casa, se si mettono in movimento danno solo fastidio.
Altre interpretazioni di questa risposta non ne vedo. Forse i nuovi dirigenti delle Ferrovie pensano che tutti (ma proprio tutti) i viaggiatori debbano prenotare con mesi d’anticipo, ed essere pronti e pimpanti nel momento tanto atteso? Manca solo che si dica: “astenersi perditempo”... Ogni volta che c’è un problema, Trenitalia (ma non solo Trenitalia, anche le Ferrovie Regionali Lombarde usano lo stesso metodo) risponde che si fa così perché così prevede il Regolamento. E mai nessuno che risponda: ma che cos’è questo Regolamento? Chi lo ha stilato? Si è tenuto conto del parere dei viaggiatori? Si è consultata qualche Associazione Consumatori? No, questo Regolamento – che interessa centinaia di migliaia di persone – viene con ogni probabilità stilato a tavolino da quattro o cinque signori che non usano mai i mezzi pubblici, e che se li usano hanno a disposizioni biglietti gratuiti, benefit vari, segretarie e portabagagli. Si mettono lì, scrivono quel che gli passa per la testa, e poi “si fa così, perchè il Regolamento lo prevede”. E giù multe per gli sprovveduti romantici (dei veri pazzi) che si ostinano ancora a prendere i mezzi pubblici invece di andare a intasare le autostrade.
Tutta la mia solidarietà alla signora. A molti non piace che si dica, ma handicappati, disabili, possiamo diventarlo tutti: la vita è fatta così, basta poco, pochissimo. A volte, un attimo.

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