domenica 11 marzo 2012

Piazza Cadorna

Ragionando sulla bruttezza di Milano, vera o presunta che sia, Piazza Cadorna rappresenta un caso disperato: è molto grande, e decisamente brutta. Nonostante la vicinanza del Castello Sforzesco e di Foro Bonaparte, piazza Cadorna rimane informe, anonima, brutta. Un caso disperato, per l’appunto.
Fino agli anni ’90, piazza Cadorna aveva comunque una sua bruttezza onesta: per metà era un grande parcheggio che serviva la stazione delle Ferrovie Nord, per l’altra metà un crocevia verso strade importanti, come corso Magenta: da piazza Cadorna, in un attimo, si arriva al Duomo, e anche al Cenacolo leonardesco, in Santa Maria delle Grazie. Anche andando a piedi, sono poco più di dieci minuti. In quel parcheggio, all’inizio degli anni ’90, ebbi perfino la sorpresa di ritrovare posteggiata la mia prima automobile: una Dyane 6 del 1971, che aveva ancora il sedile di guida come lo avevo risistemato io (cioè male).
Una decina di anni fa piazza Cadorna ha avuto un importante restyling, che l’ha resa ancora più brutta, con il mausoleo minoico di Gae Aulenti davanti alla Stazione, la solita e tristissima e onnipresente cascatella d’acqua sporca, le fontane di lamiera in stile spruzzo da campo di golf, e la scomparsa del parcheggio (che adesso è più lontano e si paga: è la novità obbligatoria di inizio millennio). Non che sia una cosa brutta in sè, il vero problema è che sembra una struttura pensata per un altro posto e riciclata qui. Dispiace vedere che dietro questo progetto ci sia il nome di Gae Aulenti, che altrove ha realizzato cose migliori, ma così è e sono costretto a prenderne atto. Il tempio minoico ideato dalla Aulenti avrebbe avuto senso in un altro posto, magari là dove sono state costruite stazioni nuove in vetro e cemento, ma qui siamo in mezzo a palazzi sette-ottocenteschi, Corso Magenta, Foro Bonaparte, il Parco Sempione, cosa c’entra questa struttura di metallo? Anche il colore non c’entra niente con quello che c’è intorno; e di questo penso che si siano accorti subito, visto che in seguito il palazzo della Stazione fu dipinto in verde affinché tutto nella piazza sembri perfettamente in stile. Il risultato è quello che è, ma so che a qualcuno piace e – soprattutto – so che la maggior parte della gente queste cose nemmeno le nota. Si può fare qualsiasi bruttura, nelle nostre strade e piazze: nessuno protesterà, e chi prova a dissentire si beccherà del matto e dell’incompetente.
Un moto di simpatia lo provo per il divertissement dell’olandese Claes Oldenburg, monumento all’ago e al filo, un enorme cavo di plastica colorato che ben pochi saprebbero identificare come ispirato all’alta moda milanese, e che molti scambiano per un tirante, guardandosi in giro a cercare quale mai struttura debba sostenere: forse la tettoia? Anche qui, però, vale la regola aurea di questo inizio di millennio: qualunque cosa si pensi sull’ago e filo di Oldenburg, la maggior parte della gente queste cose nemmeno si accorge che esistono.
C’è chi dice che la sfortuna di questa piazza si debba alla sua intitolazione: esistono infatti due Cadorna nella storia d’Italia, padre e figlio, due generali. Qui si tratta di Luigi (1850-1928, sostituito da Armando Diaz dopo Caporetto) e non di suo padre Raffaele (1815-97, eroe del Risorgimento, che entrò a Roma da Porta Pia): Luigi Cadorna è dunque il Cadorna sbagliato, ma cambiare i nomi di vie e piazze è sempre complicato e costoso, e d’altra parte, ormai, a questo punto...
PS: nello scrivere questo post ho usato due volte l’aggettivo “minoico”: si tratta del Palazzo di Cnosso, a Creta, quello del Labirinto e del Minotauro. Come si può notare, la somiglianza è notevole. (le foto le ho prese tempo fa su internet, forse un paio sono anche mie, chi se lo ricorda più - spero di non intoccare gli interessi di nessuno ripubblicandole qui, nel caso le sostituisco subito subito).

6 commenti:

Grazia ha detto...

Povera piazza, intitolata anche al Cadorna sbagliato ! Quanto al "tempio minoico" di Gae Aulenti forse col tempo e con l'inquinamento acquisterà la patina dell'antico e sembrerà più vecchio di quelli di Creta, così pesantemente restaurati .E chissà cosa potrà ipotizzarne qualche archelogo del futuro.

Giuliano ha detto...

mmm...non credo, adesso sono tutti euforici perchè c'è il wifi libero, figurati cosa gli interessa di tutto il resto
:-)
comunque, a Cnosso è quasi tutto rifatto, e in modo che sia visibile quello che è stato rifatto, perché del Palazzo non è rimasto quasi niente: le colonne erano di legno, e metà della zona su cui sorgeva il palazzo è crollata con lo spaventoso terremoto che pose fine a quella civiltà e dimezzò anche l'isola di Santorini(una delle ipotesi su Atlantide, per intenderci).
Le colonne di piazza Cadorna sono già arrugginite e spelacchiate! Comunque è meglio che reggano, non oso pensare a cosa potrebbe venire dopo...

Tarkus ha detto...

Sottoscrivo: è decisamente brutta. Però l'ago e il filo piacciono anche a me. Ciao amico.

Giuliano ha detto...

Oldenburg ha fatto cose molto divertenti, mi ricordo una foto del leone di Venezia: si vedeva solo la coda, cioè il dedrìo, che sporgeva dalla finestra
:-)
(purtroppo non c'ero!)
Oldenburg e Calder e Man Ray andrebbero benissimo per il tuo blog (Man Ray!!!)

Tarkus ha detto...

http://tarkus-magicmac.blogspot.com/search/label/Man%20Ray

Forse è un po' poco... però...

Giuliano ha detto...

non è che ti manchino le foto belle, anzi
:-)