giovedì 19 marzo 2020

Il correttore automatico


Qualche giorno fa ho letto lo sfogo di un professore che raccontava cose come questa: "gli studenti mi dicono che "apposto" è giusto perché il correttore automatico non lo segnala come errore".
Il correttore automatico, che ha diversi nomi a seconda del programma di scrittura che state usando, è quella cosa che vi mette dei vermetti rossi sotto alle parole che considera sbagliate; è indubbiamente utile e anch'io ne tengo conto, ma non è che sia proprio infallibile (anzi). Per esempio, segnala come errori tutte le parole straniere, e tutte quelle che sono nostre ma che non figurano nel suo dizionario. Di conseguenza, se mettete Dante e Petrarca all'esame del correttore automatico sarà tutto un susseguirsi di vermetti rossi, idem con Pirandello (che usa spesso la j nei dittonghi), per non parlare degli scrittori che usano espressioni dialettali, da Gadda fino a Camilleri. E se siete un chimico o un medico e scrivete termini tecnici ma correttissimi (beuta, buretta, enterite, rinoplastica, aerometro, fate voi) vi troverete una pagina con più vermetti rossi che parole scritte, anche se siete bravi e non fate nessun errore di battitura o di ortografia.
Perfino i nostri cognomi sono sottolineati come errori, a meno che non siano presenti nel più o meno ristretto elenco di vocabili del correttore: se vi chiamate Pera, o Volta, o anche soltanto Colombo, magari il correttore automatico vi contesterà la maiuscola, o ve la toglierà senza alcuno scrupolo o ripensamento; ma è un povero essere senz'anima e non dovete prendervela con lui ma con chi lo ha programmato. L'esempio fatto dal povero professore citato all'inizio fa compassione, è come scrivere avvolte invece di a volte, o magari lungo per fungo, o usci invece uscì... Non è che ci voglia poi tanto per capire che il correttore automatico va usato con intelligenza, ma magari, visti i tempi che corrono (non solo per la sintassi e l'ortografia), adesso che ci penso è meglio aggiungere la spiegazione: "apposto" è voce del verbo apporre, e ha un significato del tutto differente da quello di "a posto". E se per sbaglio scrivete "opposto", voce del verbo opporre, invece di "apposto", voce del verbo apporre, il correttore mica se ne accorge, avete fatto un errore ma non ve lo segnala proprio.

Della serie degli errori di battitura dei quali il correttore automatico non si accorgerà mai fanno parte anche i “concerti per orango” di Haendel: non sapevo che ci fossero già oranghi in Europa a quel tempo, ma chissà, non si può mai dire, in fin dei conti Haendel visse a lungo in Inghilterra e l'Inghilterra era un paese coloniale, può darsi che qualche orango sia arrivato dal Borneo già nel '700. E dunque, forse Haendel aveva un orango, oppure l’orango era del Re, o del Papa, o forse del marchese Ruspoli quando Haendel era a Roma? Ma forse l’orango era uno di casa nostra, un orango di Ornago, o magari di Ronago, o magari era un onagro e non un orango. Fosse vissuto a Napoli, o in Sicilia, forse Haendel avrebbe scritto un concerto per origano (e in Giappone magari per origami?) (ma, per piacere, niente concerto per orgia, no). (qui per ascoltare cos'era capace di fare Haendel all'organo)

Il fatto è che sbagliare digitando sulla tastiera di un pc, o di uno smartphone, è un evento che può capitare ad ogni istante: per esempio, avete appena scritto alla vostra amica che bisogna mangiare meglio, oppure che ha bisogno di mangiare miglio? Siete stati al cinema e avete visto "La bella e la Betia", un mix tra Ruzante e Cocteau? Il leone che sbrina il domatore forse possiede un frigorifero e sa come farlo funzionare; il brodo del marciapiede fa inevitabilmente scivolare e bagna le scarpe; la tromba della regina egizia non ha niente di funereo e poco anche di archeologico; la criocera è forse una crociera al Polo (eventualmente, possiamo chiedere informazioni al leone di cui si parlava più sopra) o più probabilmente una cera da usare quando si va sottozero.
La patente di Giuda apre almeno tre alternative: Giuda guidava l’auto; non è quel Giuda ma un altro; per tradire da oggi serve la patente (il che non stupisce, vista la burocrazia invasiva di questo inizio di millennio). L'uomo lagno è invece un supereroe molto efficiente ma che ogni volta che viene chiamato in causa dice "uffa, ma sempre a me?". Sputare come funghi si riferisce forse alle spore, e se entrate in un quadriocale forse sentirete fare quack quack quack quack. Ma, poi, chissà che cosa può ancora succedere, non è mica finita qui.

 
(segue)

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