Il problema riguarda anche i cookies,
"per darti pubblicità personalizzata" spiegano suadenti i
responsabili dei siti internet (anche dei quotidiani importanti e in
apparenza rispettabili). Ma io non voglio pubblicità personalizzata,
non la voglio proprio. Chi vi ha mai detto che a me interessa quella
marca di pasta, che io abbia voglia di comperare un'auto? Io non
acquisterò mai un suv, perché me ne mettete sempre uno davanti?
E poi, come funzionano questi cookies?
Per esempio, qualche settimana fa il mio mouse funzionava male e
spesso faceva clic anche nel momento sbagliato e sul posto sbagliato.
Poi ho comperato un mouse nuovo, ma immagino che gli
intelligentissimi che si fidano degli algoritmi abbiano ancora in
memoria i miei clic dovuti a un malfunzionamento del mouse. Un'altra
cosa che l'algoritmo non può sapere (ci arriverà) è che io cerco
di evitare il cioccolato, ne mangio il meno possibile perché mi
provoca la renella (la renella è il passo precedente ai calcoli
renali, per chi non lo sapesse: il cacao contiene ossalati, il calcio
ossalato provoca renella, la renella produce coliche renali - meglio
starne lontani).
Ma, alla fin dei conti, anche
l'algoritmo in sè è innocente. Dietro c'è sempre il solito
intelligentissimo creativo (o creativa), ormai in agguato dietro ogni
istante della nostra vita. Faccio solo un altro esempio, l'ultimo per
oggi: sto guardando su youtube il "Simon Boccanegra"
diretto da Claudio Abbado; è stato diviso in due parti e ho appena
finito la prima. Secondo voi, cosa guarderò dopo? Lapalissiano: la
seconda parte del "Simon Boccanegra". Invece no,
l'astutissimo programmatore youtube mi fa partire un'altra cosa, che
con il Simon Boccanegra non c'entra niente. Fermo tutto, e cerco la
seconda parte del Simone: questo no, questo no, questo no, ma dove è
andata a finire?
Chissà a chi appartiene la mente geniale che ha partorito tutto questo. Se non riescono a capire che dopo la prima parte guarderò la seconda, la dizione "pubblicità personalizzata" comincia a preoccuparmi seriamente.
(Per intanto, grazie a chi ha reso visibile il "Simone": è una produzione Rai, ma la Rai lo nasconde accuratamente, e da decenni)
Chissà a chi appartiene la mente geniale che ha partorito tutto questo. Se non riescono a capire che dopo la prima parte guarderò la seconda, la dizione "pubblicità personalizzata" comincia a preoccuparmi seriamente.
(Per intanto, grazie a chi ha reso visibile il "Simone": è una produzione Rai, ma la Rai lo nasconde accuratamente, e da decenni)
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