"La cosa da un altro mondo"
(The Thing) è un film del 1951 che ebbe notevole successo e di cui
ancora oggi si parla; ebbe un remake nel 1982, un po' meno fortunato
ma comunque molto visto. Il film del 1951 è diretto da Christian
Nyby e prodotto da Howard Hawks; il film del 1982 è di John
Carpenter e ha per protagonista Kurt Russell. La storia è questa: in
una base militare tra i ghiacci, al Polo, viene rinvenuta una
misteriosa astronave, e a bordo c'è una forma di vita (un mostro)
che si risveglia e fa strage, minacciando di espandersi. Il primo
film è realizzato con pochi mezzi, ha molto dei vecchi film di
guerra, c'è perfino una storia d'amore a lieto fine; il secondo è
molto più truculento ma sembra che sia più fedele al racconto
originale.
Visti da oggi, al di là del fatto che
nei film di fantascienza il "mostro" deve avere sembianze
ben riconoscibili, fa pensare alle molte "profezie" (che
poi profezie non sono, ma studi scientifici molto accurate) che si
conoscono da parecchi anni, relative al cambiamento climatico. Una
parte cospicua della Terra è infatti costituita dal "permafrost",
cioè una crosta di terreno gelato, molto spessa, che copre le
regioni vicine al Polo Nord (Siberia, Alaska, parte del Canada,
Groenlandia...) e l'Antartide. Questa crosta gelata si sta
sciogliendo, e non sappiamo cosa ci possa essere sotto, se non in
parte. Dubito che ci sia un disco volante come nel film del 1951, ma
di certo ci sono metano e anidride carbonica che, liberandosi,
andranno a incrementare l'effetto serra; e poi c'è la questione dei
virus, dei batteri ancora sconosciuti ma capaci di resistere per
millenni anche a venti gradi sotto zero. Di queste cose si parla da
anni, direi da decenni; ma poi la gente vota e manda al governo chi
le nega esplicitamente, come Donald Trump (in un'intervista sul supplemento di Repubblica del 13 marzo 2020 l'economista Joseph Stiglitz ricorda che Trump ha tagliato i fondi per la ricerca medica), e deride chi cerca almeno
di prendere atto del cambiamento, come Greta Thunberg e i suoi
"gretini" secondo la definizione che ne diedero (e che
forse ancora usano) fogli come "Libero" e "Il
Giornale".
Che dire, l'illustrazione giusta
sarebbe quella dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia, ma
preferisco chiudere con un fotogramma del film del 1951: quantomeno, è
un film e si sa come va a finire (bene).
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