lunedì 30 marzo 2020

Il generatore automatico di sottotitoli


Girando per youtube in cerca di film e documentari da vedere (ci sono tante cose belle, anche di quelle che consideravo introvabili) mi sono imbattuto nel Generatore Automatico Di Sottotitoli. Bene, mi sono detto, io un po' l'inglese lo capisco ma troppe cose mi sfuggono e se questo gadget funziona lo uso senz'altro. Sono stato un po' troppo ottimista: il generatore automatico di sottotitoli non funziona. Non è che si possa dire che funziona male, è proprio programmato male, fa una gran quantità di errori e mette i sottotitoli (parole...) perfino quando c'è la musica o quando ci sono dei rumori di fondo. Non so chi ci sia dietro, come programmatore: probabilmente ce ne sono altri fatti bene ma quelli che ho trovato io sono tra il comico e l'orrido. Faccio solo due esempi: in un documentario su Benjamin Britten (uno dei più grandi musicisti del Novecento) il nome del compositore diventa sempre "Britain". D'accordo, la pronuncia è quasi identica: ma un minimo di sorveglianza non è proprio possibile? Dopo un po', stufo di leggere Britain invece di Britten tolgo il generatore automatico di sottotitoli e cerco di capire qualcosa meglio che posso. Guardando un film di John Huston ambientato in secoli lontani ("Di pari passo con l'amore e la morte", uscito nel 1971) ascolto chiaramente gli attori dire "father" ma nei sottotitoli si legge "further"; ed escono inopinati riferimenti al rapper Eminem che nel 1971 forse non era nemmeno nato, oltre ad essere del tutto anacronistico rispetto all'epoca del film. Il problema, come per gli algoritmi dei motori di ricerca o negli "aiutanti" di quando si digita un testo, non è nel meccanismo in sè ma nell'essere umano che li programma. In generale, i risultati di questi "aiutanti" mostrano la povertà di questo "generatore" e soprattutto la zucca vuota di chi lo ha programmato, povertà lessicale e limitatezza mentale, oltre a difetti strutturali: se perfino la musica e i rumori diventano parole, qualche problema c'è e non è affatto difficile accorgersene. Ne approfitto per salutare e ringraziare chi fa questo mestiere da sempre e in modo professionale, di voi c'è bisogno e spero che possiate continuare a lavorare come avete sempre fatto da quando esiste il cinema. (qui per ascoltare qualcosa di Benjamin Britten)

I programmatori di computer, del resto, tra di loro parlano così: «L’elemento 1 influenza lo stato» è un messaggio dell'antivirus, appena acceso il pc (mio appunto, datato 2006); la traduzione è questa, che da un po’ non scarico gli aggiornamenti. Oppure: « Your client request was too large» (motore di ricerca, inizio luglio 2011: errore 413), una frase che non sono mai riuscito a decrittare del tutto, nemmeno dopo tutti questi anni. Si potrebbe continuare, ma preferisco passare a qualcosa di più divertente; prendo nota, dopo aver visto il generatore automatico di sottotitoli, che i programmatori informatici sono abituati a considerare normali questi orrori, e non se ne accorgono nemmeno più. Forse, a casa loro, parlano così anche ai loro figli; e probabilmente già da molto tempo i figli gli rispondono "further" invece di "father". Non resta che aspettare che i dizionari accolgano questa nuova terminologia, in attesa che si trovi un nome alternativo anche per le mamme (molte donne lavorano nell'informatica, attendo notizie).
 
Restando nel cinema, ho preso nota che esiste un film girato a fermo (cioè a Fermo, nelle Marche); nella mia piccola raccolta di refusi esistono titoli come "Shall we DACNE" (si rimane perplessi ma poi c'è Richard Gere e si capisce), "Gli amanti del Bounty" (televideo, 9 feb 2020: ma è proprio il film con Marlon Brando), e infine scopro che Alfred Hitchcock ha girato un film che si chiama "Marine" (ma è quello del 1964 con Tippi Hedren e Sean Connery, "Marnie"). Un altro errore da "generatore automatico" è masterpeace invece di masterpiece, (La Repubblica, maggio 2016) dove l'autrice dell'articolo è una laureata con master, I suppose. Una nozione da Storia dell'Arte è che "lapdog" è un cagnolino tenuto in grembo; il laptop è un'altra cosa, e da parte mia ho da tempo immemorabile una cartella sul pc che si chiama "Notebook", e ogni volta che qualcuno la vede mi chiede se ho un computer portatile, ma notebook è un taccuino, un bloc notes, e questo era il senso originario della mia denominazione. Insomma, non posso nemmeno più scegliere i nomi per le mie cose personali, ormai mi hanno toccato tutto e mi tocca nascondere e difendere anche quello che scrivo soltanto per me.

Tornando per un attimo ai correttori automatici e agli aiutini sullo smartphone per le persone pigre che fanno fatica a digitare una parola anche la più semplice, segnalo a tutti voi questa perla, tratta da "Tuttojuve" del 2 febbraio 2020: si tratta delle pagelle ai calciatori dopo una partita, Rabiot è un calciatore francese e Sarri è il suo allenatore. Spero che la soppressa vi piaccia, io personalmente preferisco altri salumi ma in fin dei conti, chissà, una sorpresa è sempre possibile anche acquistando una soppressa.
Rabiot 7- Parte a razzo mettendo sul terreno di gioco personalità, senso della posizione e tecnica di base. Poi si calibra assieme ai compagni aggiungendo quel dinamismo che ha soppressa anche Sarri.
Ma qui per ora finisco, anche se gli errori - si sa - non finiscono mai e fanno parte considerevole delle vite di noi tutti.
PS: secondo il mio obsoleto dizionario cartaceo, "further" viene da "far" e significa "più lontano, opposto", e anche "ulteriore, oltre, più in là.

 
(segue)


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