L’Italia è ormai un paese razzista. Inutile prenderci in giro, il danno è stato fatto e non è riparabile.
Però, siccome le tragedie hanno sempre anche un lato comico – ce lo insegnano prima di tutti gli antichi Greci – non si vorrebbe ridere ma alle volte è difficile farlo. E non so nemmeno bene da che parte incominciare, i pensieri sono tanti e si accavallano e hanno tutti uguale importanza.
Comincio dal Papa, e dal cardinal Bertone a lui vicino: che l’altro giorno hanno detto che è ora che la politica si dia una regolata. Specificando: destra e sinistra, tutti uguali a litigare e ad alzare la voce. Che sia ben chiaro che la Chiesa non si sta schierando!
Sul problema del razzismo, e dell’accoglienza agli immigrati, il cardinale Tettamanzi vescovo di Milano è da molti anni ripetutamente insultato (e non poco) da assessori comunali e regionale: della Lega Nord e della destra. Prima di lui, ad essere insultato (ripetutamente) su questi temi fu il cardinal Martini.
Qualche piccolo episodio simile si è verificato anche al centro e a sinistra, ma: 1) centro e sinistra non sono al governo; 2) questi episodi sono stati condannati, e al vertice di quei partiti ci sono persone che magari non sono dei fenomeni, ma sono quiete e rispettose del loro prossimo.
Al Governo, a Roma e nelle principali Regioni, e in moltissimi Comuni, ci sono gli esponenti di partiti che invitano quotidianamente, e apertamente, al razzismo; e sotterraneamente (ma neanche poi tanto) al pestaggio “di quelli che non sono dei nostri”. Le cronache di tutte le città del Nord riportano ormai quotidianamente le conseguenze di questa predicazione.
Umberto Bossi (ministro e Grande Capo della Lega Nord) non perde occasione per insultare gli immigrati, Roberto Maroni ministro degli Interni (ministro degli Interni!) si inventa il reato di clandestinità e ogni giorno aizza la gente contro gli immigrati; e di un partito di governo fa parte l’on. Borghezio, che si dichiara apertamente nazista. Difficile immaginare simili posizioni espresse da un Fassino, un Casini, un Di Pietro, una Rosi Bindi. Quando l’on. Fini (di destra) prende posizione contro i razzisti e i fascisti viene regolarmente sbeffeggiato e vituperato dai suoi (cioè dalla destra).
E poi c’è il problema degli stadi calcistici: che non è un problema da poco, e basti pensare al numero dei carabinieri e dei poliziotti che sono negli stadi ogni domenica e ogni mercoledì (e ogni lunedì e martedì e giovedì e venerdì e sabato, perché ormai si gioca tutti i giorni) invece di sorvegliare le nostre case e le nostre strade, per rendersi conto dell’entità del problema. Il governo Prodi, di fronte ad un caso di grave violenza, prese una misura estrema, mai presa prima: fermare il campionato di calcio. Non un provvedimento a casaccio contro una sola società (in quel caso e in quel momento, il Catania) ma la presa di coscienza che il problema del razzismo e della violenza riguarda tutti. (Ovviamente, sappiamo anche come andò a finire alle elezioni del 2008, ma questo lo dico solo “en passant”).
L’altro giorno dagli stadi di calcio è ripreso il fenomeno dei cori razzisti, contro i calciatori africani o di origine africana che giocano in Italia: fenomeno che a dire il vero non si è mai fermato, ma pazienza. E un personaggio del calcio ha chiesto “la squalifica del campo” del principale avversario. Confesso subito il mio conflitto d’interessi: per quella squadra (bianconera) io simpatizzo da sempre, ma se dovesse servire che ci diano pure la sconfitta 4-0 a tavolino, fermino pure il campionato e non lo riprendano più, se è per difendere un ragazzo di vent’anni che ha la pelle nera sono d’accordo su tutto.
Quello che mi domando, e che per me vale la comica finale, è come mai nessuno chieda all’allenatore dell’Inter (che non è italiano, vive qui da poco e magari non se ne rende conto) se sa chi sia il sindaco di Milano e quali sono le forze politiche che compongono la sua giunta. (Domanda che nessun giornalista farà mai, che diamine: non siamo mica qui per far politica!).
Inoltre, negli stadi di calcio, tra i “tifosi” organizzati, fanno proseliti da decenni organizzazioni dichiaratamente fasciste e violente, spesso organizzate in maniera militare o paramilitare; ed anche questo è un fenomeno ben noto e già descritto più volte fin nei minimi dettagli,
In conclusione, parafrasando Brancaleone da Norcia, l’impressione (forte) è che ci si stia prendendo per le natiche; ma anche dirlo non servirà a niente, domani salterà fuori un Brunetta o un Rotondi o un Tremonti a dire qualche scemenza e si parlerà solo di quello. Così va l’Italia, in questo inizio di millennio.
Life History of the Forget-me-not
10 ore fa
3 commenti:
Hai ragione l'Italia è una nazione razzista, prevalentemente con gli italiani.
Prova ad andare in giro per il mondo potresti capire cos'è il razzismo(non per il colore della pelle)lo straniero se delinque non viene trattato meglio del nativo.
quello che si fa agli altri, prima o poi ricade su di te. Mi sarebbe piaciuto girare il mondo, ma essendo figlio di operai, negli anni '60, mio padre non poteva pagarmi le spese. Negli anni '70 e '80, dopo lo Statuto dei Lavoratori, le cose sono andate un po' meglio anche per i figli degli operai. Ma anche questo ormai appartiene al passato, oggi bisogna pagarsi anche la scuola dell'obbligo.
Comunque è curioso ricevere questi due commenti oggi: il post è del 2009, ieri 11 giugno 2011 il Papa (papa Ratzinger) ha ricevuto in udienza duemila zingari
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