Lavare un quaderno con acqua e sapone. L’avete mai fatto? Io sì, me l’hanno fatto fare o almeno ci ho provato: ma con cautela, per non dover buttare via il quaderno con tutti i conticini e i pensierini.
In prima e seconda elementare ho avuto un maestro, “maestro unico”, che ci faceva buttar via le penne e le gomme se cadevano per terra: erano ormai sporche, contaminate, irrecuperabilmente cariche di microbi e di batteri. Con i quaderni ci andava più cauto: bastava lavarli.
Sembrerà assurdo, ma questo signore ha continuato a insegnare per parecchi anni, nonostante le proteste dei genitori (inclusi i miei) – per fortuna nostra si metteva spesso in malattia, così venivano le supplenti (o i supplenti, maschi e femmine) e qualcosa di buono si riusciva a combinare.
Detto così sembrerebbe la storia di una macchietta, un innocuo ricordo, invece l’anno scorso questo esemplare di follia igienista è tornato di grande attualità, addirittura un esempio da seguire. Adesso che il periodo buio dell’influenza sta per passare, e che giornali e tv hanno fatto tante inchieste sui vaccini inutilizzati, mi sento finalmente di parlarne: questa storia del disinfettarsi per una stretta di mano è veramente folle.
Gli spot governativi (del ministero!) passavano su tutte le tv con grande frequenza e spiegavano che per combattere l’influenza bisognava lavarsi le mani, e stare a casa se si aveva la febbre: dopo il primo mese sono stati un po’ corretti, ma non credevo alle mie orecchie.
Detto en passant che non sempre si può stare a casa se si ha la febbre (magari si potesse! è da sempre la soluzione migliore, ma adesso con le nuove leggi sul lavoro si rischia di essere licenziati per assenteismo...), questo è il modo migliore per creare un esercito di spostati e di pazzi pericolosi. Ricordo ancora con orrore notizie ricorrenti negli anni passati: bambini ricoverati perché le mamme li lavavano con l’alcool. Qualsiasi dermatologo vi dirà che anche lavarsi troppo fa male, perché la pelle è delicata, il sapone e i bagni schiuma usati a ripetizione tolgono anche lo strato di grasso naturale che rende la pelle morbida ed elastica; figuriamoci se si usano disinfettanti e alcool, che per loro stessa natura vanno classificati tra i veleni (se sterilizza, è un veleno: e il miglior disinfettante è il fuoco...).
Mi fermo qui perché poi so già che passa di qui qualcuno e comincia a muovermi obiezioni del tipo “ma allora tu chi credi di essere per dare pareri e giudizi”, eccetera. Dalle pagine dei giornali colgo solo una notizia interessante: il clamoroso boom nelle vendite dei disinfettanti, soprattutto di quelli da tenere in tasca e da sfregarsi con cura dopo che vi hanno stretto la mano: proprio a voi, perché siete voi – voi! - che siete sporchi. Io, io mi disinfetto sempre con alcool puro e candeggina, e a volte perfino con il fuoco e con l’acido muriatico – soprattutto nelle parti intime che, si sa, sono sempre sporchissime e covo di microbi e di batteri.
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8 commenti:
Ho lavato un quaderno con acqua e sapone, meglio, ho provato. E' una storia triste: s'era sporcato di sangue, per un ceffone che mi aveva dato mio padre. Il quaderno di matematica, avevo nove anni, dovetti ricopiarlo, con l'aiuto di mia mamma.
Ciao Angelina, ti vedo molto intenta con riflessioni personali - a volte sono in difficoltà nel lasciarti commenti, penso sempre che dietro ai tuoi post c'è qualche storia che non so. (tiro a indovinare, mica sempre ci riesco).
la mia storiella non è per niente drammatica: a cinque anni sapevo già leggere e scrivere e fare i conticini, figurati cosa me ne facevo di quel maestro. Però è una cosa che mi ha segnato, ho sempre faticato a riconoscere l'autorità dei miei superiori, e fatico ancora...
apprezzo la discrezione :)
infine, sei un anarchico, wow
Beh, qualche volta ci sono anche dei capi che vanno rispettati. Di solito il limite è chiaro: li rispetti quandi ti accorgi che ne sanno più di te.
Il caso peggiore è quando il tuo capo è una persona simpatica e gradevole, ma non sa niente di niente del tuo lavoro (a me è successo, ahidolores...)
ciao Ange!
:-)
comunque, banalmente, dietro ai miei post ci sono considerazioni estemporanee, una lettura di un post, un commento, una lettura, una frase ascoltata per caso. Ma tutto si mescola, sino a diventare altro no? ;)
sì, è quasi sempre così anche per me. La differenza è che - se non ho capito male - da te commentano persone che conosci e che frequenti, alle volte sembra di intromettersi; e invece da me, tra casa e amicizie varie, non c'è nessuno che mi legge...
(dico cose antipatiche!)
tempo fa mi leggeva (e commentava) mia figlia, per il resto sono tutte persone che ho conosciuto sul web, con alcune intrattengo -di rado, sono pigra e discontinua - corrispondenza online. La verità è che ognuno si fa il suo film e va benissimo, è una traccia feconda per capirsi ;)
cose antipatiche... non mi pare, sei elegante e gentile
Vedi quante cose che non so: io avevo capito un figlio solo, maschio e chitarrista.
:-)
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