« Ma che nomadi sono se stanno sempre fermi??». La domanda è più che legittima, direi anzi ottima. Già, che razza di nomadi sono quelli che stanno sempre fermi in un campo nomadi?
La risposta c’è, ma per rispondere bisogna fare un attimo di riflessione, e tornare indietro nel tempo: non molto, bastano una cinquantina d’anni. Gli zingari hanno percorso l’Europa per secoli, e facevano mestieri molto utili e molto richiesti: lavoravano i metalli, soprattutto il rame, ed addestravano cavalli. Oggi viviamo nell’era dell’usa e getta, ma non è sempre stato così: riparare oggetti costosi e d’uso quotidiano, in prima linea pentole e paioli, era importante. Così come era importante avere cavalli ben addestrati e ben ferrati. Gli zingari si muovevano, andavano ovunque, arrivavano con le loro carovane, sceglievano un campo incolto, o una radura, e piantavano tenda per un po’. Va anche detto che molti di loro erano ottimi musicisti, molto richiesti nelle feste e nei matrimoni.
Intendiamoci, gli zingari hanno sempre avuto cattiva fama: scuri di pelle, stranieri, eccetera. Ma non è questo il punto, io non sto scrivendo un saggio: il punto è che non ci sono più spazi liberi, radure, campi incolti. Abbiamo costruito dappertutto. Dove potrebbe piantare le tende un nomade di buona volontà? Anche chi va in giro col camper, in vacanza, mica può parcheggiare dove gli pare.
Devo questa riflessione a Zygmunt Baumann, che ha dedicato molti dei suoi libri a dare risposte a domande come questa. E’ una riflessione che può dar fastidio, e si capisce bene il perché: il problema a questo punto non sono più i nomadi, siamo noi. Abbiamo costruito dappertutto, da Milano andando verso nord, verso Como e Varese, verso il confine svizzero, spazi liberi non ce ne sono quasi più, ed in certi punti la linea dell’orizzonte è solo un ricordo letterario. Milano, Roma, Napoli, Torino, stanno diventando sempre più simili a Calcutta, al Cairo, a Rio de Janeiro: agglomerati urbani di 40-50 Km, senza soluzione di continuità, case strade svincoli autostrade palazzi parcheggi aeroporti centri commerciali villette a schiera. Tra poco metteranno una tassa anche sui giardini, o forse sarà severamente vietato averne uno.
Si può aggiungere ancora qualcosa sulla nascita dei "campi nomadi", che iniziano a sorgere negli anni '70: prima, i nomadi (così come gli appassionati di campeggio) potevano a fermarsi ovunque. In seguito, si decise di regolamentare la sosta, sia dei nomadi che dei camperisti. Anche in questo caso, viene da pensare che la ragione principale sia stata non tanto l'ordine pubblico quanto la mancanza di spazi conseguente alla speculazione edilizia.
Longlegs – Oz Perkins
13 ore fa
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