A Pompei, fino a una decina d’anni fa, c’era una squadra di muratori fissi: sempre presenti sul lavoro, e assunti in pianta stabile. Da qualche anno non è più così: si esternalizza. Un po’ alla volta, i vecchi muratori-restauratori sono andati tutti in pensione; nessuno li ha sostituiti. Così, quando c’è da fare un lavoro, si chiama una ditta esterna: non solo è gente senza esperienza specifica (oggi il mestiere di muratore è quasi tutto basato sul cemento armato), ma da quando sorge il dubbio che qualcosa possa crollare a quando si iniziano i lavori passano mesi, perché la nuova burocrazia richiede tempi lunghissimi, bisogna fare gare d’appalto, eccetera. Intanto, Pompei crolla; e la notizia fa subito il giro del mondo, perché Pompei è una delle immagini-icona del nostro Paese.
Devo queste notizie a Riccardo Iacona, che sul Venerdì di Repubblica del 19.11.2010 ricorda di aver dedicato un servizio tv a Pompei un anno fa, dove si evidenziavano i pericoli relativi ai crolli.
Un’altra notizia di questi giorni è il tono trionfalistico con cui le Ferrovie annunziano di aver raggiunto un utile di esercizio consistente: da oggi, le Ferrovie guadagnano. Già, ma come è stato raggiunto questo risultato? Al di là delle dotte analisi contabili, l’utile è stato raggiunto tagliando personale, licenziando ed esternalizzando, e mandando in pensione i più anziani, magari con incentivi. Inoltre, sono state tagliate moltissime corse, soprattutto a livello locale (treni pendolari); sono state chiuse stazioni e biglietterie, anche in località importanti; ed è più che probabile che siano stati ricevuti consistenti finanziamenti statali. Il metodo Alitalia, da quel che si sussurra in giro: i debiti al contribuente, il resto ai privati – ma non è di questo che vorrei parlare.
Se quel che dice Iacona è vero, e ho paura che sia proprio così, a Pompei c’era un piccolo gruppo di lavoratori sempre disponibile, ed era gente ormai specializzata, che sapeva dove mettere le mani e cosa fare. E’ anche per questo, suppongo, che crolli simili a Pompei non se n’erano mai visti, finora.
Magari sarà anche stata gente “che se la spassava avendo trovato la pacchia”, come dice qualche leghista; ma erano lì, pronti, oggi o domani il lavoro lo facevano. Bollati come fannulloni dal ministro Brunetta, e da tutti quelli che la pensano come lui, adesso non ci sono più; si è persa la loro esperienza quotidiana (magari piccola, ma c’era ed era utile), e chissà quando la si potrà recuperare. I risultati, cioè il crollo, sono sotto gli occhi di miliardi di persone; ricostruire la Schola dei gladiatori costerà adesso molto più caro del risparmio che è stato fatto, e meno male che non ci sono stati né morti né feriti.
Pompei è esemplare anche perché mostra una cosa che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vuol vedere: si risparmia sulla manutenzione. Fa così anche la Telecom, che di recente ha “esternalizzato” tremila dipendenti addetti alla manutenzione: se avete un guasto in casa, d’ora innanzi vi potrà capitare in casa il primo che capita, o magari non arrivare nessuno per mesi. Fanno così anche le Poste, sulle quali bisognerà dedicare un capitolo a parte: le tariffe sono decuplicate, e la nostra posta è in mano a chissà chi.
Un pensiero orribile è che anche Ferrovie e Anas e Autostrade seguano lo stesso metodo “di destra” (thatcheriano) usato a Pompei. Voglio sperare di no, ma incrocio le dita a mo’ di scongiuro ed evito di pensare all’alluvione in Veneto (un’alluvione come non capitava da sessant’anni, dal tempo in cui era appena finita la guerra...).
Life History of the Grey Tinsel
17 ore fa
4 commenti:
il dramma è che questa politica economica di distruzione dei beni comuni, cultura, imprese e stato, è assolutamente bipartisan.
occorre una visione alternativa, ma non esiste proprio, purtroppo.
come se la speranza fosse morta.
il famoso "pensiero unico". non è che mi dispiacciano, come persone, sia Bersani che Enrico Letta: ma quando vanno su questi argomenti ragionano come gli altri, ed è gravissimo. Uno dei motivi principali per cui il PD è fermo sul 26%: ci si accoda alle mode, la moda del federalismo, per esempio, dopo quella del thatcherismo alla Blair. Il federalismo non sarebbe poi male, ma non in questo modo: lo dicano, forte e chiaro, che si capisca la differenza...
Lo fanno anche negli ospedali, dove ormai le cooperative esterne hanno fagocitato il lavoro di cuochi, infermiere, portantini ecc ecc.
E per fortuna che ci sono loro, che sono comuqnue mediamente preparati e lavorano per salari da fame.
Ciao.
sì, si va avanti contando sulla buona volontà dei singoli, e sui loro princìpi morali. per il resto, vale la vecchia battuta "a salario di m lavoro di m".
E' il prezzo che stiamo già pagando, e che pagheremo sempre di più in futuro - hai presente l'inchiesta sui cavalcavia delle autostrade fatti risparmiando sul cemento? Non se ne parla più, ma esiste ed è da brividi. Altro che horror e catastrofici... (ma speriamo di no, magari va tutto bene e spero tanto di aver torto)
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