Non è un discorso che riguarda solo il calcio, è un discorso che tocca tutta la società. Nel calcio, Liedholm non era il solo a lavorare così: per fare solo due nomi, Trapattoni alla Juve lanciò giocatori come Gentile, Brio, Torricelli, Tardelli, e tanti altri che probabilmente in altre squadre si sarebbero persi; sempre alla Juve, Boniperti e Vycpalek lanciarono Causio, Bettega, eccetera; prima ancora, al Milan, c’era stato Nereo Rocco che aveva aiutato molto lo stesso Giovanni Trapattoni, e il padre di Maldini, e Prati, e Gianni Rivera...
Non è un discorso che riguarda solo il calcio, è un discorso che ci tocca tutti: come Liedholm, come Rocco, come Trapattoni, c’erano nell’industria italiana centinaia di persone che amavano il loro lavoro, e amavano trasmetterlo ai giovani. Gli piaceva insegnare, vedere continuare il loro lavoro, vedere che quello che avevano imparato non andava perduto. Questo è il significato ampio, vero, bello, della parola “Tradizione”. Ed è quello che è andato perduto in Italia (e ancora di più in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia...) con l’avvento della generazione dei Berlusconi, dei Moratti, dei Tronchetti Provera. Una generazione che si riconosce nei Briatore, nei Montezemolo, nei Marchionne, convinta che tutto si risolva grazie al denaro.
Ma non è così, e forse stiamo cominciando ad accorgercene. Negli ultimi 10-15 anni, sono stati messi da parte tutti i grandi maestri di lavoro; e sono stati sostituiti dalle agenzie interinali, nella convinzione stupida che i bravi artigiani, muratori, stuccatori, piastrellisti, idraulici, contadini, nascano spontaneamente come i funghi; nella convinzione che per avere un lavoro ben fatto basti andare al supermercato e comperarlo.
Per fortuna, qualcuno di noi ha continuato “alla vecchia maniera”; ma lo ha fatto a suo rischio e pericolo, il rischio di essere travolto da chi invece poteva spendere e spandere, e agire anche infischiandosene delle leggi e del buon senso, perché ben coperti politicamente. Il rischio è quello di “andare sotto”, per un artigiano: essere bravi non conta più, con la Lega Nord e con i berluschini, conta di chi sei amico. C’è chi dice: “è sempre andata così”: ma non è vero, non credeteci.
Chiudo qui, con un pensiero affettuoso per quelli che ancora insegnano il mestiere ai giovani, e un pensiero triste per quelli che scuotono la testa e dicono “la manodopera non si trova più, i giovani non hanno voglia di lavorare”: la colpa è anche vostra, rendetevene conto.
PS: A Milanello, centro di allenamento del Milan, c’era all’ingresso una statua di Nereo Rocco. Non era una bella statua, ma c’era: indovinate chi la fece togliere.
(anno 1954-55: Nils Liedholm è il terzo di quelli in piedi, partendo dal signore con la tuta)
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