Una delle tortore si chiama Rodolfo: adesso è in alto su un palo della luce, e chiama:
- Ghi! Ghi! – dice Rodolfo.
E da lontano, dopo un po’, l’altra tortora risponde (le tortore rispondono sempre quando le si chiama), con la erre un po’ arrotata ma comprensibilissimo:
- Rro-dol-fo! Rro-dol-fo!
Quando invece Rodolfo chiama l’altra tortora, usa un nome di quattro sillabe. Come sia di preciso quel nome non l’ho mai capito, di sicuro finisce con la lettera a. Qualcosa come “cattolica”: che come nome di battesimo è un nome un po’ strano, ma magari alle tortore piace e va a finire che c’è anche qualcuna di noi umani che l’hanno battezzata così. Quando sono vicine, e magari una è sul nido, il dialogo di solito è questo: «Rro-dol-fo! Rro-dol-fo! Rro-dol-fo!» e poi, da lontano, la risposta: «Cat-to-li-cà! Cat-to-li-cà!». Eccetera, ad libitum.
Vanno avanti anche per delle mezz’ore: ma poi se mi chiedete chi è il maschio e chi è la femmina, io a dire il vero mica l’ho ancora capito.
(illustrazione da "Guida agli uccelli d'Europa", editore Muzzio)
martedì 5 aprile 2011
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