mercoledì 6 maggio 2020

Recita per le scuole


Il mio primo incontro con il teatro è stato, come per molti, una recita per le scuole: "Romeo e Giulietta" di Shakespeare, in un allestimento "in abiti moderni" come ci avevano detto al momento della presentazione dello spettacolo, in classe. L'anno doveva essere il 1975, o forse il 1976, e non ricordo il nome della compagnia che lo rappresentava, tutti attori giovani, in un teatro di Como che forse era il Sociale - chiedo scusa ma mi è difficile mettere insieme tutti questi ricordi così lontani. Il motivo per cui ne parlo qui invece lo ricordo benissimo, ed è l'interruzione dello spettacolo a causa di miei compagni di classe che erano molto vicini al palcoscenico e che rifacevano il verso agli attori. Uno di quei miei compagni di classe l'ho già ricordato qui, era con altri suoi amici che conoscevo solo di vista, tutti più o meno figli di papà, quindi senza nemmeno la scusante dell'ignoranza o della mancanza di esperienze. L'attore protagonista, quello che interpretava Romeo, interruppe lo spettacolo; era molto arrabbiato e invitò i molestatori a presentarsi, a non nascondersi, chiedendo di rispettare l'impegno e il lavoro degli attori e dei tecnici. Avrei poi scoperto che il mondo delle recite per le scuole è fatto così, ci vuole una gran pazienza e spesso è difficile portare a termine le recite. Sono passati tanti anni, io la scuola l'ho finita da gran tempo e con il mondo scolastico non ho più avuto contatti se non qualche coetanea poi diventata insegnante, ma so che questi comportamenti non sono mai cessati, troppo facile rispondere con una scemenza a un attore in scena. Per gli attori, le recite scolastiche sono una fonte di guadagno; ma so per certo che ne farebbero volentieri a meno, e non so dar loro torto se ripenso a questa esperienza. E' un peccato che vada a finire così, perché le recite scolastiche sono fondamentali per arrivare ad avere un nuovo pubblico.
Io invece di esperienze non ne avevo, ma lo spettacolo mi interessava anche se non era "Romeo e Giulietta" quello che stavo cercando. Avrei scoperto molti anni dopo che non è affatto un dramma sdolcinato, ma capirlo quel giorno, con tutto quel casino combinato da spettatori sprovveduti, sarebbe stato ben difficile; però avevo già letto Beckett e Pirandello, e di lì a poco avrei iniziato con Shakespeare, ma con Amleto e Re Lear, il Sogno di una notte di mezza estate, l'Otello, tanto altro ancora. Ma per oggi mi fermo qui, spero di riuscire a recuperare i nomi di quella compagnia e per intanto scrivo il nome dell'insegnante che ci avrebbe portati ancora a teatro, ma stavolta solo quelli veramente interessati: si chiamava Anselmo, aveva solo pochi anni più di noi e insegnava nel laboratorio di chimica analitica.

(1-continua)


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