sabato 6 novembre 2010

Il caso Obama

Adesso sono tutti qui a discutere su Barack Obama che perde le elezioni per il Senato americano: quelli che lo hanno in simpatia dicono che non ha saputo comunicare, ma c’è anche chi gongola e ammicca: “hai visto, Obama?”.
Mai che si vada a vedere di che cosa si sta parlando. Perché la questione non è (non dovrebbe essere...) se un politico è bello, se è giovane, se è simpatico, se è donna, se è nero, eccetera: la questione è andare a vedere che cosa sta facendo, i suoi provvedimenti. Capitava così anche con l’ultimo governo Prodi: sui giornali leggevi ogni giorno le stesse parole, ha ottenuto la fiducia, è andato sotto, è in bilico. Ma su che cosa? Eh già, perché dietro ad ogni “andare sotto” c’era una legge, un regolamento, qualcosa che va a incidere sulle nostre quotidiane esistenze. Da noi, oggi, c’è un governo (a guida Bossi-Berlusconi, in quest’ordine) che impacchetta tutto l’esistente, si vota una volta sola, non si ha più nemmeno il tempo di capire cosa succede; e intanto si vanno a toccare sempre di più le nostre quotidiane esistenze, non c’è angolo della nostra vita che non sia stato toccato, ma di quel che succede in Parlamento (complici dei pessimi giornalisti: non tutti, ma molti sì) non si riesce mai a capire niente.
Tornando a Obama, su cosa il suo elettorato non è d’accordo? Gira e rigira, si va a finire lì: sulla riforma sanitaria. In USA non era come da noi, in USA ti curano fino a che puoi pagare. Non è solo una questione di povertà: quando sei troppo malato, anche se puoi pagarla, l’assicurazione privata ti scarica. Non sia mai, se hai avuto un tumore e sei guarito l’assicurazione privata ha già speso un patrimonio per te: metti che hai una ricaduta, loro vanno in rosso, gli assicuratori non possono rimetterci e tu ti trovi senza assistenza sanitaria proprio quando ne hai più bisogno. Da questo meccanismo sono ovviamente esclusi i ricchi e i ricchissimi, che possono pagarsi tutto da soli.
Ecco, su questa cosa ha inciampato Barack Obama: disse di aver voluto la riforma sanitaria (oh, molto ma molto timida!) perché aveva sofferto molto nel vedere sua madre, morta di cancro, dover discutere fino all’ultimo giorno con la sua assicurazione privata. Anche sotto chemioterapia, anche in punto di morte, l’assicurazione era lì: e non a prestare soccorso.
Un difetto di comunicazione, dicono? No, Barack Obama si è spiegato benissimo. Il problema è la grettezza, la tirchieria, la miseria spirituale e umana, la bassezza, l’egoismo. Questi problemi si risolverebbero benissimo tirando fuori un dollaro a testa, ma se chiedete un dollaro (o un centesimo) a un tirchio, quello vi guarderà malissimo.
Non vi piace questo modello? da noi non c’era, ma ormai siamo vicini a ottenerlo anche noi, e quindi cercate di diventare ricchi o ricchissimi il più presto possibile. E, soprattutto, cercate di non ammalarvi mai, nemmeno un raffreddore o un’influenza: altrimenti arriveranno i Brunetta, i Maroni, i Marchionne e le Marcegaglia, e vi diranno che siete soltanto uno sporco furbetto assenteista.

2 commenti:

franz ha detto...

c'è chi pensa che curare i malati senza se e senza ma, senza guardare portafoglio e curriculum del malato, sia il cavallo di Troia del comunismo...

intanto ti presento un blog interessante
http://emilianodeiana74.blogspot.com

Giuliano ha detto...

madre Teresa di Calcutta diceva esattamente l'opposto: l'hanno perfino fatta santa, per questo - ma questi qui si dicono Cristiani e non leggono mai il Vangelo.
Penso che il girone degli avari (e dei tirchioni) sarà strapieno. Secondo me, è la sezione più grande dell'inferno. (di gran lunga la più grande).

grazie per il link!