Quando andavo a scuola, negli anni ’70, come libro di testo avevamo il Vìllari. Dato che il grande storico Rosario Villari era vicino al PCI, così come suo fratello Lucio Villari (storico altrettanto grande) gli allora rari studenti di destra (di destra estrema) volevano cambiarlo e chiedevano a gran voce l’adozione per tutti del Camera-Fabietti, che era già in uso in alcune sezioni. Adesso, invece, leggo che il Camera-Fabietti è troppo di sinistra, addirittura comunista: chi l’avrebbe mai detto. E’ da tanto tempo che non ho più tra le mani né il Villari né il Camera-Fabietti, ma di una cosa sono certo: entrambi scrivono che il Duce ha perso la guerra. Anzi, che le ha perse tutte: e le ha perse male, molto male.
La verità è quella cosa che non se ne va quando tu smetti di pensarci: lo disse Philip K. Dick, in un altro contesto; ma penso che lo si possa ripetere anche per i libri di storia, e per la Storia tout court. Non me lo sono inventato io, insomma, l’8 settembre del 1943: vent’anni di fascismo e di “Dio, Patria e Famiglia” portarono alla morte della Patria, in quel 1943 anche Dio e la Famiglia erano messi un tantino male.
Il fascismo era la religione della guerra, dei duri, del “credere obbedire combattere”, dei sabati fascisti con i bambini tirati su fin da piccoli ad usare lo schioppo, della “guerra come igiene del mondo” esaltata e propagandata da Marinetti: ma quando la guerra scoppiò, dopo vent’anni di inutile e pesantissima retorica militarista, l’esercito fascista fu subito messo in un angolo. E fu il Duce a perdere Fiume e l’Istria, anche questa è Storia che non si può cambiare; e dovette impegnarsi molto De Gasperi, nel dopoguerra, per non perdere anche Trieste.
I resoconti dei reduci sono impietosi: che sia il fronte russo, quello greco-albanese, quello di El Alamein, qualsiasi cosa, salta sempre fuori l’enorme approssimazione ed impreparazione dell’esercito fascista. Vent’anni di tempo, vent’anni tutti dedicati alla guerra, e non eravamo pronti: che a raccontare cos’è successo sia Rigoni Stern o l’avvocato Prisco, che sia uno storico universitario o il primo cugino di mio padre, non cambia nulla, i racconti sono sempre quelli, mascherati dietro la retorica del grande valore dei soldati italiani: che erano sì valorosi, ma male attrezzati e mandati allo sbaraglio. Si tratta dei racconti dei reduci, si badi bene: quelli che c’erano, i combattenti, e non gli imboscati. Molti di questi racconti li ho ascoltati in prima persona, da parenti e vicini di casa, storie ben presenti in casa mia anche perché uno dei miei zii era sul fronte russo e non è più tornato: è uno di quelli di cui non si sa più niente da settant’anni, mandato dal Duce a sicura morte, con gli stivali dalle suole di cartone e con il mulo invece del camion (“quelli che erano sui camion si sono salvati”, raccontava Mario Rigoni Stern...).
Cos’altro aggiungere? Niente, perché chi non vuol vedere continuerà a non vedere. I fascisti e i neofascisti sono ridicoli, quando si riempiono la bocca con quel “Dio Patria e Famiglia” come se ne avessero loro l'esclusiva, e come se agli altri, a noi, di questi valori non ce ne fregasse niente. Ce ne frega invece molto, ci interessano così tanto, Dio la Patria e la Famiglia, che vorremmo continuare a vivere in pace come abbiamo fatto dal 25 aprile del 1945 in qua. Il fascismo è un’ideologia che ha alla base la guerra, non dimentichiamolo mai: e se la guerra è la sua ragione d’essere, prima o poi, se gli date corda, la guerra arriverà. E i venti di guerra cominciano a sentirsi con una certa forza, in quest’Europa sempre più a destra, Anno Domini 2011.
PS: anche il giudizio storico su Silvio Berlusconi si può cominciare a darlo: l'epoca in cui l'Italia cessò di essere una grande potenza economica. L'epoca del declino dell'Italia, dopo il boom economico che durò dal 1945 al 1995, corrisponde esattamente all'arrivo al potere di Bossi e di Berlusconi. Ovviamente, se i libri di scuola li scriveranno Pier Silvio e i figli di Bossi e di La Russa , ci sarà invece scritto che Mussolini vinse la guerra conquistando il mondo intiero e soggiogando gli USA, eccetera eccetera.
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2 commenti:
Mi piace il tuo modo di scrivere, Giuliano, forse perchè fai parlare i fatti. La chiarezza del tuo scritto la dice lunga sulla tua onestà intellettuale, sconosciuta ai più, chissà forse anche a me.
PS:
siamo della stessa generazione a giudicare dalla polemica sul Villari di cui parli nella parte introduttiva. Nella mia zona, però, erano considerati pericolosi sovversivi anche Camera-Fabietti.
I fatti sono questi. Il periodo intorno al 1943 è il più documentato in assoluto di tutta la Storia...Non è come con Nerone o Ramses II, per esempio, che c'è una fonte sola o magari due: qui ci sono migliaia di testimonianze, di filmati, di documenti, ci sono ancora perfino le macerie. Che sia il Villari o il Camera Fabietti o il Montanelli-Gervaso, mica si può dire che Hitler che è arrivato fino a Vladivostok, o che Rommel ha sbaragliato gli inglesi...
Giacinta, io scrivo queste cose come sfogo personale: dato che non conto niente, non sono nessuno, e scrivo su un piccolo blog, posso fare un po' quel che mi pare.
:-)
però mi stupisce vedere così tante difficoltà a rispondere alle scemenze, nei dibattiti tv e sui giornali...Mi sono sempre detto: ma se ci sono arrivato io, non deve essere così difficile confutare una scemenza.
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