La seconda immagine, sovrapposta alla
prima, è la grande tristezza di Gaber negli ultimi anni della sua
vita. Avevo conosciuto Giorgio Gaber in tv, come tutti, quand'ero
bambino; e in casa circolava da sempre un 45 giri con "La
ballata del Cerutti", dovrei averlo ancora in cantina. Gaber era
una persona allegra, era bello, faceva subito simpatia, ed è rimasto così per
tutti gli anni '60; negli anni '70 ha iniziato un percorso più
riflessivo, con spettacoli in teatro e testi impegnativi, ma sempre
con un sorriso di fondo. Ma poi, negli ultimi anni, Gaber non stava
bene e si vedeva. Non sembrava solo una malattia fisica, la malattia
c'era ma Gaber non era più lo stesso, e non credo che fosse solo la
vecchiaia. Altri attori e cantanti famosi, come Enzo Jannacci e Dario
Fo, pur invecchiando e ammalandosi, e subendo gravi lutti, erano
comunque rimasti simili a se stessi. Nei giorni scorsi ho guardato le
interviste a Francesco Guccini per i suoi ottant'anni, e Guccini è
ancora Guccini anche se gli anni cominciano a pesare. Per Giorgio
Gaber invece non è andata così.
Che cos'era successo a Gaber? Mi capita
ancora di chiedermelo, ovviamente io non posso saperlo perché sono
stato solo uno spettatore come tanti, ma quella profonda tristezza mi
aveva colpito, ed è ben testimoniata anche dal suo ultimo disco.
Provo a fare qualche ipotesi, per quel che vale: Gaber era deluso dalla
situazione politica creatasi in quegli anni, e anche dalle persone
intorno a lui. E poi, sempre visto dal di fuori, dalla tv, Gaber
appariva innamoratissimo della moglie, e credo che lo sia sempre
stato. Forse è qui che c'è qualcosa che non torna. Sempre
ragionando da lontano (da molto lontano) vedere Ombretta Colli nello
stesso partito di Formigoni penso che non sia stato piacevole.
Ripenso a spettacoli come "Il signor G", e l'accostamento
di quei testi di Gaber con i Formigoni e i Berlusconi, con i La Russa
e i Bossi, mi provoca uno stridore insopportabile.
Sono molti, ancora oggi, quelli che
storpiano Gaber, quelli che citano "cos'è la destra e cos'è la
sinistra" come se Gaber fosse stato un qualunquista qualsiasi,
quelli che cantano "la libertà non è star sopra un albero"
ma poi pensano solo a riempirsi la pancia, ma Gaber non aveva niente
a che fare con il "Polo della Libertà" berlusconiano,
basta leggere o ascoltare i suoi testi per capire che era sicuramente
di sinistra e la sua era una critica interna alla sinistra, relativa
al comportamento di amici e conoscenti che vedeva sempre più lontani
dagli ideali di una società migliore.
Questi sono anche giorni in cui mi
torna in mente un altro spettacolo di Gaber, "Polli
d'allevamento": guarda caso, sono gli anni in cui nascevano
Salvini, Di Maio, Renzi, la Meloni, eccetera. Ovviamente, dato che lo
spettacolo è degli anni '70, Gaber stava pensando ad altre persone;
ma dire che aveva visto lontano mi sembra più che giusto. Già la
mia generazione, quelli nati quando Gaber e Jannacci cominciavano a
suonare, non è stata un gran che; ma subito dopo di me sono arrivati
i paninari (quelli per cui la cosa che conta di più nella vita è la
marca del giubbotto e se non hai le calze firmate sei un tamarro) e
poi i figli dei paninari, e ormai siamo già alla terza generazione -
aveva visto lontano Gaber... Polli d'allevamento, che non sanno che
cos'è per davvero la vita, che non hanno mai lavorato, che non si
sono mai sporcati le mani in fabbrica o nei campi, pronti a ridere di
chi glielo fa notare. Ormai anch'io ho quasi raggiunto l'età di
Gaber nei suoi ultimi anni, e comincio a capire perché fosse
diventato così triste, al di là delle malattie e dell'invecchiare
in sè e per sè.
qui per ascoltare Giorgio Gaber, e in ottima compagnia.
2 commenti:
Concordo molto, ma soprattutto contento tu abbia messo quel link :)
ho cercato di non dire tutto quello che penso
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