sabato 20 giugno 2020

Re Lear


"Re Lear" nella regia di Strehler è uno degli spettacoli più famosi e celebrati, direi quasi leggendario. Ne esiste una buona registrazione, quindi si può ancora vedere (c'è anche su youtube), e anche se la magia del teatro non si può ripetere questa è comunque una buona notizia.
Io ero presente nel dicembre 1977, non avevo letto quasi nulla di Shakespeare a parte l'Amleto, e lo spettacolo mi fece una grande impressione. Ancora oggi, ripensandoci, tre particolari mi sono rimasti in memoria: l'impianto scenico spoglio, quasi inesistenti le scenografie, eppure geniale (lo scenografo è Ezio Frigerio), l'interpretazione di Tino Carraro, che in teatro diventava un gigante (il cinema e la tv lo hanno troppo spesso relegato in ruoli dimessi o minori), e poi Ottavia Piccolo.
Strehler aveva avuto un'intuizione geniale, nata forse dall'avere a disposizione proprio Ottavia Piccolo: aveva notato che Cordelia e il Matto non sono mai in scena nello stesso momento, e aveva scelto di far interpretare i due personaggi dalla stessa attrice. Il risultato fu straordinario, anche perché Cordelia e il Matto vogliono bene al vecchio Re; il Matto non lo abbandona mai, Cordelia è costretta a starne lontano ma alla fine scenderà in battaglia per aiutarlo.
Il cast completo vedeva Renato De Carmine come Gloucester, Antonio Fattorini e Giuseppe Pambieri nei panni dei due fratelli Edgar ed Edmund, Franco Alpestre (bravissimo) come Kent. Luciano Virgilio, Orlando Mezzabotta e Franco Patano erano i tre re che sposano le figlie di Lear; le due sorelle di Cordelia, Regan e Goneril, erano Anna Rossini e Lia Tanzi. Nel resto del cast, composto da attori eccellenti (Franco Sangermano, Ottavio Fanfani, Ernesto Rossi, Agostino De Berti, Fulvio Ricciardi), spicca una curiosità: uno dei tre servi era Massimo Ghini, che in seguito avrebbe avuto parti da protagonista al cinema e in tv. Le musiche erano di Fiorenzo Carpi, grande compositore troppo spesso dimenticato, che fu accanto a Strehler in moltissimi spettacoli oltre che autore di colonne sonore importanti.
Anche a questo spettacolo ero arrivato quasi per caso, in compagnia, il classico "vuoi venire anche tu?"; l'impressione fu enorme fin dall'inizio, con quel velo trasparente che simboleggiava la mappa del regno, e con Tino Carraro che vi indicava le parti spettanti alle tre figlie - ma qui vi lascio, se ancora non avete letto Re Lear vi consiglio di iniziare a conoscerlo, magari (ripensando alle scelte di Strehler) proprio da una delle battute finali, dove è davvero difficile capire se Lear stia parlando di Cordelia o del Matto:
And my poor fool's hanged...




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