lunedì 29 giugno 2020

Pensieri in fase 3


Siamo ormai molto avanti nella cosiddetta "fase 3", e il mio primo pensiero è per quelli e quelle che non rispettano le norme più elementari di sicurezza: anch'io non vedo l'ora di buttar via le mascherine e di non vederne più in giro, ma adesso stiamo finalmente ricominciando a respirare, avete nostalgia del lockdown? Nel resto del mondo va molto peggio, tutto potrebbe ricominciare, stiamo molto attenti ai nostri comportamenti. 
Detto questo, metto in fila qualcuno fra gli altri pensieri di questo mese di giugno:
- Un po' dappertutto mi misurano la febbre. Li lascio fare, ma penso che con la febbre a 37,5 perfino i dottori mi hanno sempre detto che non è febbre, e se con 37,5 provavi a chiedere qualche giorno di malattia eri bollato come uno scansafatiche e un furbastro. Ricordo ancora con preoccupazione e sgomento un mio conoscente, un ragazzo di vent'anni, che andò a lavorare infettato da un virus intestinale: lavorava come cuoco in una mensa. Se si fosse messo in malattia lo avrebbero lasciato a casa, non licenziato perché licenziare non serve più nel Nuovo Millennio, ma così è andata e così continua ad andare. Quasi tutti i lavoratori dipendenti non hanno tutele, e il 37,5 di oggi immagino che sia vissuto come un incubo. Magari è solo un raffreddore da fieno...
- Ricordo anche un mio parente, da bambino, che si ritrovò con febbre alta e macchie rosse sulla pelle: il medico di famiglia, interpellato al telefono, rispose "me lo porti in ambulatorio", e in casa sembrava assurdo, una cosa inaccettabile: e se è varicella o rosolia, e se ci sono donne incinte in ambulatorio? Il fatto è successo più di vent'anni fa, ma poi è diventata routine, i medici di base raramente vanno a fare visite a domicilio e rivolgersi alla Guardia Medica è quasi inutile. Di fatto, tutte le riforme sanitarie degli ultimi vent'anni, fortemente volute anche dai sindacati dei medici di base, spingono verso il Pronto Soccorso. Se volete assistenza medica, insomma, siete di fatto obbligati al Pronto Soccorso: per poi sentirvi dire, magari in tv, di "non rivolgersi al Pronto Soccorso se non per situazioni gravi". Ma io che non sono un medico come faccio a sapere se è grave o se non è grave? E se a star male è un bambino piccolo, che si fa?
- Quando io ero bambino era ancora attiva la rete dei dispensari, di fatto oggi smantellati: strutture che sarebbero state utilissime nell'odierna epidemia. I dispensari degli anni '60 curavano soprattutto la tbc, poi scomparsa grazie ai vaccini, ma sarebbe stato necessario conservarli e convertirli in strutture per la prevenzione e la cura di altre malattie potenzialmente contagiose. I dispensari, almeno di nome, esistono ancora: ma di fatto hanno subito la stessa fine dei consultori per le donne e delle strutture di sostegno per le malattie mentali, previsti dalle leggi ma mai realizzati o boicottati di continuo. Insomma, se avete dei dubbi sulla vostra salute e su quella di chi vi sta vicino rivolgetevi al Pronto Soccorso (vedi quanto scritto nel punto precedente).
- Le misure previste nel lockdown comprendevano, tra gli anziani, gli over 65 che "devono stare a casa": ma oggi bisogna lavorare fino a 67 o anche 70 anni, che si fa? Ripenso a quante volte ho sentito dire negli ultimi vent'anni che la pensione è un privilegio, che chi prende la pensione è un furbetto che danneggia i giovani, eccetera eccetera. Mah.
- Leggo delle misure per la ripresa delle scuole, a settembre: ma moltissime scuole erano fatiscenti o non sicure, ricordo bene gli articoli allarmati dopo qualche crollo di soffitto, i servizi del tg... e adesso?
- C'è spazio (e tempo) anche per David Quammen e il suo "Spillover", libro del 2013 che ha previsto l'odierna epidemia: non conosco Quammen, ne ho solo letto qualcosa sui giornali in queste ultime settimane, ma sono decenni che gli studiosi di scienze naturali, magari i sociobiologi come Edward O. Wilson, dicono le stesse cose senza che nessuno li stia ad ascoltare. Edward O. Wilson si occupa di formiche, avete idea di quanti sghignazzi susciterebbe presso i furbi che la sanno lunga? Ecco cosa hanno osservato gli studiosi come Wilson, detto molto in breve: in una comunità, la sovrappopolazione conduce a tre cose sicure: calo della natalità, aumento della violenza, e infine epidemie. Nelle prime due eravamo già dentro fino al collo (le violenze in famiglia si preferisce farle passare alla voce "femminicidio"), la terza è infine arrivata e non è detto che sia finita qui.
- avendo del tempo da perdere (il negozio in cui volevo entrare apriva alle dieci e non alle nove e trenta come avrei pensato) ho pensato bene di andare dal barbiere, cosa che non faccio ormai da trent'anni (ma ero curioso). Mi hanno chiesto dieci euro (ma io non ho quasi più capelli, ai bambini ne chiedevano sei...) e mi hanno messo davanti un foglio dove lasciare nome e cognome e numero di telefono. Ho risposto che avrei fatto da solo, ma intanto mi sono chiesto che cosa sarebbe successo se avessi firmato Giuseppe Garibaldi improvvisando un numero di telefono a caso, magari con la data della battaglia di Calatafimi. Ci sarà poi qualcuno che controlla? Chiedetelo a chi abita vicino a un bar: c'è qualcuno che controlla? Il bar è chiuso, ma fuori c'è gente che fa festa fino alle tre di notte, e nessuno interviene. Intanto, il governatore della Lombardia (Attilio Fontana) preannuncia l'obbligo della mascherina all'aperto fino a metà luglio. Mah.
- Ancora ieri ho trovato su un quotidiano molto diffuso (molti anni fa ne ero un fedele lettore e lo avrei definito "autorevole") l'ennesimo "articolo-sputacchio" molto dettagliato. Sotto il titolo "Dedicato a chi non porta la mascherina" c'erano le foto delle capsule petri con gli sputacchi ottenuti da un virologo americano starnutendo e bofonchiando con e senza mascherina. Caspita che impressione, peccato che si tratti del mondo in cui tutti noi siamo nati e cresciuti: forse che quando ci si bacia si sta a pensare a queste cose? Che il bacio (e il sesso) siano uno scambio più che certo di virus, batteri, e quant'altro (cioccolatini e mentine inclusi) lo sappiamo tutti da sempre, c'è da sempre il rischio di prendere malattie ma nessuna ragazza mi ha mai chiesto un certificato prima di iniziare, né io l'ho mai chiesto a lei... Insomma, sono cose che si sanno e per questo quando uno starnuta gli si chiede da sempre di coprirsi: c'è davvero bisogno di questi articoli?
- Aggiungerei alla lista i guanti da disinfettare, anche chi porta i guanti deve disinfettarsi e sanificarsi e sa il Cielo quanto sia giusto, ma poi tra le corsie del supermarket vedo che nessuno controlla e ognuno fa quello che gli pare. Poi, all'uscita, vedo guanti monouso buttati per terra un po' dappertutto (anche nel parcheggio dell'ospedale). A questo punto, non sarebbe meglio togliere l'obbligo dei guanti e disinfettarsi direttamente le mani?
- Infine, auspico che venga introdotto un premio per i virologi che sono rimasti zitti durante questi mesi. Magari solo un attestato su carta semplice, giusto per ringraziarli.

AGGIORNAMENTO al 16 agosto 2020: le teorie sull'inesistenza del virus sono prive di senso, così come le relative manifestazioni (un po' in tutta Europa e anche negli Usa) di questi giorni; è evidente che non ci può essere un complotto su scala planetaria, e i morti di Bergamo e Brescia purtroppo ci sono stati veramente. Lascia invece perplessi il modo in cui vengono date le informazioni in merito, per esempio si passa da 250 a 260 contagi e si legge "aumento dei contagi", e se si passa da 260 a 280 si legge "aumento dei contagi", in realtà la situazione in questi casi è stazionaria e non dovrebbe servire una laurea in statistica per capirlo. Poi si passa a 500 o a 600 contagi, ma si scopre (con molta fatica, bisogna cercare a lungo) che si sono fatti più controlli; si torna sotto 300 e verrebbe spontaneo un sospiro di sollievo, ma poi si scopre che era domenica e si sono fatti meno controlli. Eccetera, e mai una spiegazione precisa che faccia capire cosa succede; l'unico dato a cui aggrapparsi  è che molti ormai guariscono, e che in rianimazione non siamo più alla situazione di marzo e aprile. Davanti a questo modo di fare informazione qualche domanda viene, e io metto qui l'ipotesi più leggera, cioè che ci sono molti giornalisti improvvisati o poco professionali. Vorrei aggiungere qualcosa, ma mi fermo per non ricevere querele - non si sa mai, ce ne è in giro di gente permalosa.

2 commenti:

Marco Besozzi ha detto...

Ottima analisi, complimenti:
1) "tutte le riforme sanitarie degli ultimi vent'anni ... spingono verso il Pronto Soccorso" > un'impostazione che è il sottoprodotto della sicurezza indotta dall'avere sconfitto (in occidente) le malattie infettive mediante le vaccinazioni, ma che ha trascurato il fatto che nuovi virus potenzialmente devastanti compaiono in continuazione, un errore strategico,
2) "i dispensari ... sarebbe stato necessario conservarli e convertirli in strutture per la prevenzione e la cura di altre malattie potenzialmente contagiose" > altro errore strategico collegato al punto precedente;
3) "anche chi porta i guanti deve disinfettarsi e sanificarsi" > i guanti come dispositivo di protezione individuale danno al soggetto la sensazione di essere "pulito" per cui ignora, se non adeguatamente formato, il fatto che diventano un mezzo di diffusione dello "sporco".

Ancora complimenti.

MB

Giuliano ha detto...

matematico e alpinista, due belle occupazioni :-)
spero che non si comincino a trovare mascherine e guanti abbandonati anche in montagna...
per il resto, vediamo cosa succede e speriamo in bene.