Siamo usciti dalla cosiddetta "fase
due", con la speranza che il peggio sia alle spalle. Mi sfogo
quindi con un po' di pensieri raccolti durante l'ultimo mese.
- Ha suscitato entusiasmi l'ormai
famosa "dad", didattica a distanza", le lezioni di
scuola via tubo insomma. Mi sono ritrovato a guardare un dibattito tv,
tra gridolini d'entusiasmo e voci di "indietro non si torna"
e io che ho il diploma di perito chimico mi chiedo: ma con i
laboratori, come si fa? Nella mia scuola si fanno 20-30 ore di
laboratorio a settimana, non è possibile fare il laboratorio in streaming, serve
la manualità. Lo stesso vale per chi studia elettrotecnica: come si
fa a saldare un circuito via streaming? Oppure le scuole d'arte, i bambini delle elementari che devono imparare a scrivere bene... Ma nessuno ne parla, evidentemente hanno tutti fatto il classico; e solo a
metà dibattito arriva Landini della CGIL a ricordare che la banda
larga non c'è in molte zone d'Italia. In queste settimane di
"lockdown", io ho provato a fare videochiamate con mio
fratello ma ho dovuto rinunciare e servirmi del telefono fisso. Non è
che noi si viva tra le montagne: abitiamo entrambi nella zona tra
Como, Milano e Varese. Figuriamoci cosa succede, con le lezioni in
streaming, a chi abita in Valtellina; a parte questo, però, il mio
pensiero principale (triste, va detto) è che mi ritengo fortunato di
essere fuori da questo futuro, dato che non ho figli né nipoti.
- l'incremento dell'e-commerce,
presentato anch'esso con gridolini di gioia così come la "didattica
a distanza"; gridolini che raddoppiano quando si nota che stiamo
usando poco contante, "la moneta elettronica!!!". Insomma, tutti contenti: ma in realtà non si è
usato contante perché la gente non ha speso e con il lockdown molti
sono rimasti senza soldi, senza lavoro e senza prospettive future. Il
pensiero che chi scrive certi articoli e fa certi servizi in tv sia un coglione mi sorge
inesorabile; oltretutto c'è stato un incremento anche delle truffe
on line, soprattutto quelle legate all'emergenza, ma è così bello
inneggiare all'e-commerce, mica vorrai rovinargli la festa. Intanto,
scendo in cortile e constato che dovremo rifare un tombino e anche
una parte di selciato: quanti furgoni e camion sono entrati in
cortile in queste settimane? Come saranno le strade di fuori, quante
buche nuove? E, soprattutto, qualcuno ha mai visto come guidano gli
autisti dell'e-commerce? Mamma mia, se ci penso rottamerei l'auto e
butterei via la patente, ma poi penso che anche da pedone la mia
situazione non migliorerebbe.
- la novità del fare tutto on line
coinvolge anche poste e banche: si realizza quindi il sogno dei
dirigenti d'azienda del Nuovo Millennio, licenziare e chiudere e
ridurre il personale. E' l'unica cosa che sanno fare, è il loro
momento, lo faranno di certo. Con l'ottima scusa dell'on line e dello
home banking, ecco qualche altro migliaio di disoccupati in più.
- In tv regna ovunque la soprascritta
"Programma registrato prima del DPCM del 4.3.2020", che a
me sembra la dichiarazione ufficiale che la Rai prende per imbecilli
i suoi utenti. Ho visto perfino un Alberto Lionello del 1965, "La
coscienza di Zeno", con questa scritta sopra...
- un altro pensiero, da appassionato di
musica, è per "la Scala in streaming" come idea per il
futuro. Chi lo ha proposto ha firmato la propria dichiarazione di
aperta incompetenza in materia: prima di tutto, perché le dirette (che
cos'è lo streaming se non una trasmissione in diretta?) si sono
sempre fatte, via radio e via tv, da quando esistono la radio e la
tv; e poi - soprattutto - perché l'acustica di una sala da concerto
o di un teatro sette-ottocentesco è qualcosa di unico e di
irripetibile. Un esempio: ho guardato di recente la registrazione
(audio e video) del "Macbeth" di Verdi diretto da Claudio
Abbado. Io ero in teatro, e il finale del primo atto era un'onda
sonora che travolge tutto; e prima del finale c'è il notturno tutto
a mezza voce, sussurrato, quasi in silenzio. Come si fa a rendere con
dei microfoni tutto questo? La soluzione tecnica, l'unica per non far
saltare tutto l'impianto di registrazione, è di abbassare il volume
al momento del concertato finale. Ovviamente, così facendo, salta
tutto il lavoro non solo di Giuseppe Verdi ma anche del direttore
d'orchestra. Che il tecnico del suono diventi più importante del
direttore d'orchestra è qualcosa che ha sempre disturbato gli
appassionati di musica; a meno che non si intenda per musica un tizio
o una tizia che canta qualcosa nel microfono, ma in questo caso
sarebbe meglio astenersi dal parlare - che è il metodo più certo per non dire
scemenze.
(continua)
(continua)
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