Il mio vicino di casa gioca con il diserbante, e così mi vedo morire e seccare due o tre piantine della siepe: questa siepe che ha la mia età, che segna il confine del palazzo (nei tempi civili i confini si facevano con le siepi, o al massimo con un muretto basso, di pochi centimetri) e che è minacciata perennemente dalla speculazione edilizia che vorrebbe aprire strade anche dove non ce n’é bisogno.
- Di questa non ne ho in magazzino – dice il giardiniere – Fa lo stesso se metto delle piante di un’altra varietà?
E’ così che ho imparato (con i nomi delle piante ho sempre fatto una gran confusione) che la mia siepe è di ligustro, e che di ligustro esistono diverse varietà: la differenza sta nelle foglie, di forma leggermente diversa, ma soprattutto nei fiori. I fiori sono bianchi, molto profumati, alcune specie di ligustro li fanno piccoli a grappolo, altri hanno invece il fiorellino un po' più grande, con quattro petali. E poi ci sono tutte le varianti, gli innesti, le selezioni operate dai giardinieri: non sto qui a mettere tutti i nomi, ma io adesso che l’ho notato ogni volta che vado in giro continuo a vedere le piante di ligustro e le loro varietà. C’erano anche prima, ma non le vedevo; lo sanno invece bene le api, che sui fiori di ligustro accorrono numerose. Come già per il timo e per i fiori di zucca, molto amati da api e bombi, mi chiedo come sarà il miele di ligustro: lo immagino chiarissimo, fluido, lievemente profumato. Però poi le bacche che si formano sono velenose, meglio chiedere, informarsi...
D’inverno il verde regge abbastanza bene, almeno fino ai primi freddi; ma poi ogni anno, a febbraio, la mia siepe di ligustro sembra secca, morta, grigia, spenta. Invece basta che si metta a piovere, e in un attimo tutto diventa verde, verde nuovo e brillante. Un miracolo, una meraviglia che aspetto ad ogni primavera, e che mi piacerebbe vedere per molti anni ancora (so già che non sarà così).
Cruda Amarilli, che col nome ancora,
d'amar, ahi lasso! amaramente insegni;
Amarilli, del candido ligustro
più candida e più bella,
ma de l'aspido sordo
e più sorda e più fera e più fugace;
poi che col dir t'offendo,
i' mi morrò tacendo.
Gian Battista Guarini (1538-1612), da Il Pastor Fido (1590)
(musicato nel Quinto Libro dei Madrigali, uno dei capolavori di Claudio Monteverdi. )
("Cruda" sta per crudele: se ci si pensa bene si usa ancora oggi, "cruda sorte" e simili. Amarilli, stessa radice di “amaranto”, è il nome di un fiore, e qui è il nome di una donna: si gioca sul doppio significato di “amare”. “Aspide” è un tipo di vipera, “fera” è fiera, feroce; e "fugace" è nel suo significato originario, qualcosa che fugge via veloce.)
Aggiornamento al 30 giugno 2012: per la maggior parte delle persone, una siepe è solo sporcizia e i confini segnati con le siepi semplicemente non esistono. Io continuo a pensare che fossero tempi civili quelli in cui i confini si segnalavano con delle siepi, o con dei muretti bassi, di pochi centimetri; ma vedo che sono rimasto solo, obsoleto, vecchio. Insomma, non è il mio mondo, è il vostro: ma sono costretto a rimanere qui, e la cosa mi dispiace molto.
Fango bollente - Vittorio Salerno
1 giorno fa
4 commenti:
Cruda Amarilli, che col nome ancora,
d'amar, ahi lasso! amaramente insegni;
Amarilli, del candido ligustro
più candida e più bella,
ma de l'aspido sordo
e più sorda e più fera e più fugace;
poi che col dir t'offendo,
i' mi morrò tacendo.
Gian Battista Guarini (1538-1612), da Il Pastor Fido (1590)
molto belli questi versi...e poi le tue parole< Un miracolo, una meraviglia che aspetto ad ogni primavera, e che mi piacerebbe vedere per molti anni ancora (so già che non sarà così)> mi fanno riflettere sulla vita...mi auguro che tu abbia modo di vedere ancora la tua siepe in fiore.mi sono imbattuta per caso nel tuo blog e ho provato un po' di tristezza nel leggere tuo post.che dio ti strabenedica parafrasando suol eugenia...valentina
sono rimaste solo due piantine, per le quali più che altro bisogna ringraziare la tirchieria e l'incuria dei costruttori e dei condòmini.
due piantine laterali fanno tristezza: al posto della siepe c'è un parcheggio, le automobili vengono prima di ogni cosa, bambini compresi.
Caro Giuliano, viva Monteverdi e viva la natura e quanti la ammirano, la onorano e la rispettano. Sto proprio studiando Cruda Amarilli per cantarla col quintetto di cui faccio parte, ed è bello vedere che tutto ciò che è bello ha dei punti di incontro (la Musica, la Natura). ciao, e non demoralizzarti!!! Nonostante alcune brutture, la Vita è bella!
Cara Lupina, la Natura è stata distrutta oppure è seriamente minacciata, in ogni parte d'Europa e d'Italia. Qui a nord di Milano, con l'Expo si sono raggiunti livelli di cementificazione inimmaginabili, e in pochissimi anni; ma è così un po' dappertutto, per esempio nel Veneto con le ville palladiane, o la superstrada fra Umbria e Toscana, o la strada in Emilia che brucerà zone agricole fondamentali.
Anche Monteverdi non se la passa mica tanto bene, su giornali anche importanti quando si parla di grandi musicisti intendono Jovanotti e Vascorossi...
Comunque sia, ti invidio molto: io per il canto sono negato
:-)
è una grande fortuna la tua, e la polifonia è la musica più bella quando si tratta di canto
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