domenica 5 giugno 2011

Qual linea al centro

A scuola ho avuto un buon insegnante di lettere, ma i programmi delle scuole sono quello che sono, e lo sappiamo tutti. Ti fanno disamorare di Leopardi, per esempio; e tacciono del tutto su poeti straordinari. Per fortuna, dopo il diploma (perito chimico) non ho più avuto obblighi di esami o interrogazioni, ed ho potuto sfogarmi. Il mondo dell'opera, per esempio, mi ha portato a scoperto straordinarie: Lorenzo Da Ponte e i suoi libretti per Mozart, ma anche quello che Ranieri de' Calzabigi scrisse per Gluck.
Andando ancora più indietro nel tempo, Monteverdi. Nei madrigali di Monteverdi ho trovato Tasso e Petrarca, ma anche tanti altri dei quali ignoravo l'esistenza, come quell'Alessandro Striggio che scrisse per lui l'Orfeo.

Ma, per esempio, e per citare un poeta che ben difficilmente troverete nei libri scolastici, cosa può dire un innamorato sotto il balcone dell'amata che lo ha abbandonato per un uomo ricco e potente ? Se è in un'opera di Monteverdi, questo:
E pure io torno qui, qual linea al centro,
qual foco a sfera, e qual ruscello al mare,
e se ben luce alcuna non appare
ah, so ben io che sta il mio sol qui dentro.
Caro tetto amoroso,
albergo di mia vita e del mio bene,
il passo e 'l cor ad inchinarti viene.
Apri, apri un balcon, Poppea,
col bel viso in cui son le sorti mie,
previeni, anima mia, precorri il die.
Sorgi, e disgombra homai
da questo ciel caligini e tenebre
con il beato aprir di tue palpebre.
Sogni, portate a volo
su l'ali vostre in dolce fantasia
questi sospir alla diletta mia.
(aria di Ottone, da L'incoronazione di Poppea ) (versi di Francesco Busenello )

Purtroppo, è ancora molto diffuso il vizio di affidare quest’aria a falsettisti più o meno intonati, rendendo così poco più che una curiosità questa musica meravigliosa. Si ascolta “l’uomo che canta con la voce da donna” e si perde del tutto il senso del discorso: si finisce per considerare tutta l’opera lirica come un’inutile bizzarria, per non dire altro. Ricordo invece bellissime esecuzioni di questa melodia ad opera di voci femminili (per esempio Bernadette Manca di Nissa, che la cantò alla Scala negli anni ’90), purtroppo introvabili. Il vero rimpianto, però, è Tito Schipa: che l’avrebbe cantata magnificamente, come nessun altro al mondo, con voce di tenore.

PS: i concetti esposti all’inizio, “qual foco a sfera, e qual ruscello al mare”, sono di origine matematica e alchemica. Monteverdi era figlio di un medico e farmacista, e nel ‘500 il confine tra alchimia, chimica, medicina e farmacia era ancora molto labile. Si tratta comunque di immagini rare e affascinanti, anche solo ad una semplice lettura: la ricchezza della poesia e della letteratura di quel tempo (si pensi all’Ippogrifo dell’Ariosto) oggi ci sembra strana ed esagerata, e io direi che succede perché il nostro immaginario, svilito prima dalla tv commerciale e poi dal 3D e dai videogames, è ormai ridotto a ben poca cosa.

4 commenti:

giacy.nta ha detto...

Andando in biblioteca, nella cittadina in cui vivo, vedo un Lorenzo da Ponte di pietra messo seduto a fissare di continuo la sua casa che dà su una piazza . Lui che nel Settecento aveva girato il mondo. Qual linea al centro...

Giuliano ha detto...

Francesco Busenello è uno dei grandi dimenticati, ma sono belli anche i libretti per Monteverdi (e per Cavalli) di Badoero, di Striggio, e ne porterò qui qualcosa.
Lorenzo Da Ponte arriverà cent'anni dopo(centocinquanta circa), e ogni tanto mi dico che è una fortuna non averlo studiato a scuola! (molto meglio Da Ponte del Foscolo, è il mio parere personale).

giacy.nta ha detto...

Completamente d'accordo con te! Tranne qualche verso dei Sepolcri e dei sonetti, devo dire che sono altri dardi di altri autori a farmi accorgere che ho un cuore.( tra questi, molti versi di Tasso ).
p.s.
ignoro totalmente la lirica, non mi è mai capitato di ascoltarla davvero, ma non sono insensibile a Monteverdi che mi è capitato di ascoltare a più riprese proprio "via" Tasso
p.s. 2
I versi che hai scelto sono bellissimi

p.s. 3
prova a leggere le memorie di Lorenzo da Ponte, se non lo hai già fatto. :-)

Giuliano ha detto...

L'edizione che consiglio sempre, per i madrigali di Monteverdi, è quella diretta da Rinaldo Alessandrini, ma anche tutti i direttori italiani degli ultimi vent'anni (Roberto Gini, per esempio). Per l'opera non è così facile, sono opere complesse e piene di personaggi... (diffidare delle edizioni in dvd e televisive! si rischia di rimanere fuorviati, meglio ascoltare senza immagini, almeno fino a che non si è presa confidenza).

Forse Foscolo è stato storicamente più importante, un punto di riferimento quand'era in vita - un po' come Alberto Moravia negli anni passati. Invece Da Ponte viveva a Vienna, come Casti, Calzabigi, forse è per questo che viene meno considerato nelle antologie.
Le memorie le conosco, ovviamente
:-)