giovedì 18 agosto 2011

Ditteri

Il Dalai Lama rappresenta una religione che vieta le violenze verso gli animali, ogni tipo di animali; una volta in una conferenza gli hanno chiesto se questo rispetto valeva anche per le zanzare e lui, ridendo (il Dalai Lama sorride spesso, e quando il momento lo permette si lascia andare volentieri a qualche bella risata) ha ammesso che, sì, con le zanzare aveva qualche problema anche lui...
Del resto, come si fa? Le zanzare sono un bel po’ noiose, e fosse solo quello: in molte zone del mondo sono portatrici di gravi malattie. Non che sia direttamente colpa loro: quasi sempre il parassita infetta prima le zanzare, poi passa a noi attraverso la loro puntura. Il che non cambia la sostanza delle cose, in fin dei conti il fatto che ci sia in giro qualcuno che ci succhia il sangue è pur sempre una cosa antipatica.
Dal punto di vista dell’entomologo, la zanzara appartiene all’ordine dei Ditteri, come le mosche. Non una bella famiglia, verrebbe da dire: ma le mosche e le zanzare sono molto importanti nella catena alimentare, servono da cibo a molti animali che invece ci sono simpatici, non è una gran consolazione quando ci vengono a pungere o a molestarci, ma è così che funziona il mondo. Molte specie di ditteri, inoltre, sono del tutto innocue e svolgono anzi un’azione utile alle coltivazioni, come nel caso dei Sirfidi: sono mosche in tutto e per tutto, ma si nutrono del polline dei fiori e le loro larve mangiano gli afidi delle piante. Ai Sirfidi (che spesso hanno colori che li rendono somiglianti ad api e vespe) non importa nulla della nostra persona, e di questo bisogna render loro atto.
Dìtteri significa “con due ali”: tutti gli altri insetti ne hanno quattro. In realtà ne hanno quattro anche le mosche e le zanzare, ma due sono molto piccole e servono da timone e da stabilizzatori durante il volo: se avete sottomano un moscone di quelli grossi, si vedono distintamente anche a occhio nudo. Queste piccole ali modificate servono a compiere prodigi durante il volo: forse sono in pochi ad averci pensato, quasi solo gli ingegneri aeronautici, ma mosche e zanzare in volo sono imbattibili, cambiano direzione in una frazione di secondo, sono velocissime, e riusciamo a prenderle facilmente solo in autunno, quando comincia a fare un po’ troppo freddo per loro. Altrimenti, per noi sono troppo veloci ed è troppo facile per loro cambiare direzione; hanno anche una vista nettamente superiore alla nostra. Macchine perfette, insomma. Va anche detto che la particolare conformazione del secondo paio d’ali è all’origine del loro ronzio, veramente fastidioso.
A differenza delle mosche, le zanzare nascono in acqua: se si riesce a prendere per un attimo le distanze dal fastidio che ci provoca l’insetto adulto, le larve della zanzara sono molto interessanti da vedere. Sembrano dei piccoli girini: dapprima hanno forma a martello, appese al filo dell’acqua a testa in giù; poi prendono una forma rotonda, a trottola; infine nascono dall’acqua, a filo d’acqua si compie la loro metamorfosi, che ricorda molto la nascita di Venere. Una nascita altamente spettacolare, l’insetto che ne esce a guardarlo bene è bello ed elegante, ma basta farne la conoscenza una prima volta e si smette subito di amarlo.
Cos’altro aggiungere sulle zanzare, che già non si sappia? Una volta detto che mio nonno le ha sempre chiamate sansòss (il pramsàn però non si può trascrivere, se trovate qualche vecchio da quella parte del Po vi darà la pronuncia esatta) mi restano sempre da capire quelle zanzare che, avendo a disposizione un uomo intero alto un metro e novanta disteso sul letto, vengono a farmi uno gni gni molto insistente proprio nelle orecchie. La maggior parte delle zanzare ti punge e succhia e non te ne accorgi neanche, questa qui invece sta cercando grane, e per giunta alle due di notte. Mi toccherà di alzarmi e accendere la luce, e iniziare la caccia: è anche così che funziona la selezione naturale, per chi ancora non se ne fosse reso conto.
(l'illustrazione, se non ricordo male, viene da un vecchio numero dell'Espresso o del Venerdì di Repubblica)

2 commenti:

giacy.nta ha detto...

"sansòss" è spettacolare. Me la rivendo. Grazie al nonno e, naturalmente, a te per questa ennesima bella pagina. :-)

Giuliano ha detto...

:-)
Non conosco l'etimologia di sansoss, così a occhio penso che venga dal francese (del tempo di Maria Luigia, of course: anche Verdi fu registrato all'anagrafe com Joseph, nel 1813).
Però a Parma, e dove c'è tanta acqua, le zanzare sono enormi e lasciano il segno!