Che fare, che dire? Si rimane ancora una volta senza parole, ma qualcosa bisogna pur dirlo, ed è questo: il posto a sedere davanti al wc, o al pannello elettrico, è l’ennesima prova del disprezzo e del disinteresse dei dirigenti d’azienda verso le persone che utilizzano i mezzi pubblici. Parole grosse, esagerazioni? Chiedetelo un po’ ai pendolari, che vi risponderanno più o meno così:
- le zuccate continue, anche se si è alti 1.70
- niente ombrelli e niente valigie
- l’aria condizionata che ti soffia addosso da ogni parte
- gli aumenti continui dei prezzi
- la diminuzione delle corse
- la soppressione delle stazioni
- la soppressione delle biglietterie
- le porte che si aprono su voragini o su “gradini” alti un metro
- la pubblicità straziante e dilagante dai megaschermi in ogni angolo della stazione
- la mancanza di informazioni
- la soppressione dei cartelli con gli orari
- multe e divieti continui ed esagerati
- tornelli e obliteratrici che rendono un labirinto entrare e uscire dalle stazioni
- l’impossibilità pratica di viaggiare per un handicappato, anche momentaneo
- le toilette a pagamento nelle stazioni, se non hai la moneta stringi i denti che te la porti a casa
- i ritardi, i ritardi, i ritardi, i ritardi, i ritardi, i ritardi, i ritardi.
E, aggiungo io, la smania di cambiar continuamente nome alle società, tipica dei pubblicitari: prima, per cent’anni, erano FNM, Ferrovie Nord Milano: poi sono diventate Ferrovie Regionali Lombarde, e fin qui si poteva capire, ma poi ancora (bastano due o tre anni) sono diventate LeNord (oh che bel nome oh che bel nome), e adesso ancora TreNord (quanto costano ai contribuenti questi continui restyling e cambi di logo? e chi ci guadagna, dai continui restyling e cambi di logo?). Insomma, basta con i pubblicitari al posto di comando, vadano a fare il loro mestiere, ognuno al suo posto; e soprattutto basta anche con queste facce eternamente sorridenti, con questi “smile!” da venditore di battitappeti, obliteratori e contenti, lo so che loro, i grandi capi, sono contenti: ma poi, alla fin dei conti, che cosa c’è da ridere?
PS: mi vedo già le risposte possibili, del tipo "con i matti non si ragiona", "vado avanti per la mia strada perché ho gli elettori dalla mia parte", "il bilancio è in pareggio, gli investimenti sono stati fatti"; e io sono sicuro che, se si chiedesse ai pendolari una cosa del genere "preferite le carrozze coi sedili di legno ma con tante corse e meno inconvenienti, oppure le nuove carrozze dove ci si siede con le ginocchia nel grembo altrui..." (ma no, non lo faranno mai un questionario così)
(le immagini vengono dai siti degli Enti che nominato qui sopra)
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