sabato 20 agosto 2011

Tobin tax

Tra l’altra sera e ieri mattina, facendo scorrere i quotidiani e i tg, ho trovato due notizie che mi hanno colpito e che mi hanno lasciato un po’ spiazzato. Una (un po’ ovunque) era quella della “Tobin tax”, che sarebbe nei programmi “per uscire dalla crisi” di Sarkozy e Merkel; l’altra (sulla “Stampa”) riguardava un Barack Obama preoccupato perché il Texas del governatore Perry, suo probabile avversario alle prossime elezioni, è in crescita economica e ci sono tante assunzioni di personale.
Ho appena il tempo di prenderne nota che una giornalista di quelle in gamba (al Tg3) mi spiega che cos’è la Tobin tax: risale al 1972 e non è mai stata applicata da nessuno, perché si teme che potrebbe portare ad una fuga di capitali. La Tobin tax fu elaborata dal premio Nobel per l’economia James Tobin, e sui dettagli più precisi non mi soffermo, perché non è il mio campo: mi colpisce però il modo con cui è stata presentata questa possibilità, dato che la destra (Sarkozy e la signora Merkel sono di destra) ha sempre avversato questa proposta. Spero che non sia così, ma l’impressione è questa: siamo alla disperazione, agli estremi rimedi, al “va beh, proviamo anche questo, chissà che non funzioni”. Si prende una teoria vecchia di quarant’anni, la si spolvera un po’, e la si presenta come qualcosa di nuovo: tanto valeva andare ancora un po’ più indietro e saltare direttamente al New Deal di F.D.Roosevelt, che almeno una volta si sa per certo che ha funzionato.
E Obama, e il Texas? Anche qui, bisognerebbe entrare nel dettaglio, studiare bene cosa succede, il Texas è enorme, in gran parte desertico, eccetera. Il titolone è suggestivo, ma io dopo un attimo ripenso a cosa si diceva dell’Irlanda una decina d’anni fa: che l’Irlanda era in pieno boom economico ed era un esempio da seguire, perché detassando si invogliavano le aziende a investire, eccetera. Infatti, ancora oggi, il resoconto dei fondi di Banca Intesa arriva datato da Dublino. Nel frattempo, l’Irlanda è tornata alla povertà: come era successo con la nostra Cassa del Mezzogiorno, negli anni ’70, le imprese prendono i soldi, usano i capannoni gratis, quando i fondi statali e gli incentivi sono finiti chiudono tutto e se ne tornano da dov’erano venute. Durerà il boom del Texas? Ha basi solide, o è solo l’ennesima bolla? Mah.

La mia impressione (so che non è solo mia) è che come al solito si tiri avanti alla giornata, a lume di naso, senza minimamente pensare a cosa succederà, non dico a lungo termine, ma fra cinque o dieci anni. Per fare solo un piccolo esempio e per dare un minimo di base a quello che sto scrivendo, ricordo che quest’inverno, in tv da Santoro, ho visto un imprenditore dei pannelli solari interrogare un ministro in carica chiedendo se in futuro ci sarebbero stati ancora gli incentivi statali per le energie alternative, appena scaduti ma non ancora rinnovati. Il ministro non solo non ha risposto, ma l’impressione (molto netta) era che non avesse nemmeno capito la domanda. La domanda venne così ripetuta con parole diverse: “Ministro, cosa devo dire ai clienti che mi chiedono quanto devono pagare? La mia azienda va bene, è florida, ho molti clienti, non posso fare di queste figure: con gli incentivi il prezzo è questo, senza incentivi è quest’altro, potrei avere un’indicazione precisa?”. Passi il non rispondere, ci può stare; ma vedere un ministro boccheggiare, irritarsi, inalberarsi, e per una cosa come questa, fa davvero impressione. Questi non hanno la minima idea sul cosa fare, verrebbe da dire. Spero che non sia così, ma intanto continuano a ricorrere provvedimenti a capocchia, frasi fatte vecchie di cinquant’anni, toccare le pensioni, i ticket per la sanità, privatizzare, le grandi opere, l’edilizia traino dell’economia, l’imprenditorialità brianzola, i lacci e lacciuoli, gli “ha ragione Marchionne”, gli incentivi per la rottamazione, la facoltà di licenziare come meglio si crede, eccetera eccetera eccetera.
Intanto che noi europei stiamo qui a giocare, i cinesi hanno comperato quasi tutte le aree coltivabili in Africa (ma i giornali non danno queste notizie, bisogna andare sul sito dei missionari, http://www.misna.org/ ) , e il sito Amare Produzioni Agricole ( http://amareproduzioniagricole.blogspot.com/ ) ci informa che il grande squalo della finanza internazionale, lo speculatore George Soros, quello che affossò la lira e la sterlina vent’anni fa, sta facendo la stessa cosa: compera grandi appezzamenti di terreno agricolo, negli USA e in Canada. Il futuro è questo: essere autosufficienti non solo sulle fonti energetiche, ma anche sulla roba da mangiare e sull’acqua da bere. Il frumento italiano, il celebratissimo grano duro per gli spaghetti, viene quasi tutto dal Canada, dalla Russia, dall’Ucraina: ma in quanti lo sanno?
Questa sarà, con ogni probabilità, l’economia del futuro: svellere l’asfalto delle autostrade e delle superstrade, e tentare di rendere nuovamente coltivabili quelle aree. Se cominciamo oggi, forse fra vent’anni non avremo bisogno di dare l’assalto ai forni, come accadeva al tempo dei Promessi Sposi.

2 commenti:

franz ha detto...

il titolo di un libro di Vittorio Gassman è "Un grande avvenire dietro le spalle".

quando con la decrescita, finalmente, avremo orti diffusi qualcuno li proibirà per ostacolo al libero commercio, sembra uno scherzo...

(e grazie della citazione:)

Giuliano ha detto...

Io mi immagino già una tassa sui giardini, fin da domani: i Comuni non sanno più cosa tassare, le tasse locali sono già cresciute del 138% negli ultimi 15 anni, cioè da quando esiste la Lega Nord. (e le tasse "romane" non sono mica scese...). Ho imparato da Dickens che in Inghilterra ci fu per secoli una tassa sulle finestre, qui da noi c'era quella sui balconi...
Non riesco a lasciare commenti in alcuni blog, perché Blogger mi riconosce come iscritto solo in alcuni e in altri no! Roba da matti...(non so se ci hai fatto caso, ma quando rispondo qui sul mio blog, questo qui dove scrivo, modifico, cancello, eccetera, non ho il simbolino ufficiale, devo scrivere il nome ogni volta - ma è meglio non lamentarsi, se no poi chissà cosa succede) (invece dal mio amico di "cronache bianconere" funziona tutto a meraviglia, però a Blogger dicono che è colpa del mio explorer...)