sabato 1 agosto 2009

Maria Callas

La prima cosa da fare, parlando della Callas, è di buttare via tutti i pettegolezzi e i discorsi inutili.
Sgomberato il tavolo, con una manata decisa, dalle stupidaggini che quasi sempre i giornalisti tirano in ballo quando se ne parla, della Callas rimangono solo le foto e le registrazioni: e sono le uniche cose che contano.
Nel mondo della musica, Maria Callas ebbe l'effetto simile all'apparizione di uno spettro. E' come se ad uno di noi, camminando per strada, capitasse di incontrare una persona che è morta da cent'anni, o da mille, e che con assoluta naturalezza ricominciasse a parlare e a muoversi come noi.
Maria Callas - è un discorso da musicologi, e un po' me ne scuso - ha riportato in vita il contralto rossiniano e belliniano, i nomi mitici di Giuditta Pasta, della Colbran, della Malibran. Nel corso del tempo, quella vocalità si era persa: si continuava ad eseguire la Norma, o la Medea di Cherubini, e si ascoltavano volentieri perché la musica era bella, ma se ne era perso il vero senso. Fu questa la cosa sconvolgente, per gli appassionati di musica: l'apparizione di un mostro, o di un angelo.
Al primo ascolto, la voce della Callas non piace. E' una voce scura, acuta, tagliente. In origine, era un contralto, dalla voce molto scura; il caso volle che prendesse lezioni da un sopranino leggero, un famoso "usignolo" d'inizio secolo che si chiamava Elvira de Hidalgo, che volle per forza di cose insegnarle la sua specialità. Nasce da qui la particolarità del canto della Callas, una voce in gran parte artificiale ma perfetta, abbinata a un talento drammatico fuori dal normale e a un'enorme capacità di recitazione e di espressione. Nasce da qui anche la rivalità con la Tebaldi di cui tanto si è parlato: Renata Tebaldi aveva una voce senza dubbio più bella in quanto a timbro ed era una cantante brava quanto lei, ma era una voce normale. Grandissima, ma nella normalità. La Callas era altro, era il soprannaturale, forse il demoniaco; ed era capace di passare, da una sera all'altra, da Norma e da Medea all'angelica chiarezza della Sonnambula di Bellini.
Ma la Callas è ancora più antica. Ascoltandola quando canta Medea, Alceste, Norma, siamo di colpo trasportati ad Epidauro, a Delfi, nell'antica Grecia o forse ancora più in là, nell'epoca degli archetipi e della Via dei Canti
Non sto delirando e non sono ubriaco: sono assolutamente serio, e sobrio. Forse è difficile da spiegare, questo sì; ma se volete capire Maria Callas dovete imparare a fare a meno dei miliardari greci e del mondo dorato della moda. Questa è solo esteriorità, e del resto ogni essere umano ha le sue debolezze, geni e fenomeni compresi; che possono interessare la cronaca e il costume, non certo la musica e l'arte.

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