lunedì 17 agosto 2009

Un pensiero in cinese

O simìle di Solima ai fati / traggi un suono di crudo lamento
O t'ispiri il Signore un concento / che ne infonda al patire virtù...

Chissà se il ministro Castelli, o Calderoli, o Maroni che sia, è in grado di riconoscere questi versi: si tratta di un poeta ferrarese, e quindi padano autentico: molto più degno del nome di padano rispetto a uno di Busto Arsizio. E' un poeta molto famoso, e ne cito altri due versi:
Arpa d'or dei fatidici vati / perché muta dal salice pendi?
Sì, è un po' datato: Verdi lo musicò nel 1842, e divenne subito importante per il '48, i moti carbonari e l'Unità d'Italia. Ma forse conviene partire dall'inizio: Va' pensiero, sull'ali dorate / va' ti posa sui clivi, sui colli... Adesso sì? Ci siamo? Così va bene? L'insigne poeta è Temistocle Solera, nientemeno. Di solito i leghisti sanno solo le prime due parole (ma i più bravi arrivano a cinque), e le cantano a squarciagola: il che è un vero orrore, al quale non mi abituerò mai. Il coro dal terzo atto del Nabucco va cantato piano, a mezza voce; la melodia è lenta e dolce, e non va cadenzata a passo di marcia come se fosse un inno nazionale o una marcetta qualsiasi.
Nel giorno in cui, al Senato, davanti al Presidente Pera, una banda di cinesi suona il nostro inno nazionale (quello vero: Fratelli d'Italia), ma poi anche la sinfonia dal Nabucco di Giuseppe Verdi, i nostri patriottici onorevoli leghisti scendono in piazza contro l'ingresso della Turchia nella UE. E' il 19 dicembre 2004, una fredda mattinata d'inverno poco prima di Natale. "Giorno di lutto", decreta l'illustre Calderoli: che però fa parte di un Governo con qualcosa di più di un sospetto di corruzione e anche di associazione mafiosa in molti dei suoi componenti e collaboratori più o meno vicini al Premier, ma si guarda bene non dico dal dimettersi per questo ma anche dal semplice accennarvi. Lascio volentieri ai politici europei la decisione sull'ingresso dei turchi nell'Unione Europea: io non saprei cosa dire, è un argomento complesso e delicato. Penso solo che in Turchia ci sono molti posti cari alle nostre radici cristiane, e che basta dire Bisanzio, oppure Costantinopoli, per evocare immagini e suoni della Chiesa d'Oriente.
Però quella che suona il Nabucco, oggi in Senato, non è una banda di cinesi: è un'orchestra vera, si chiama Orchestra Filarmonica Cinese (China Philharmonic Orchestra) ed è diretta da un quarantenne che si chiama Long Yu. Ci sono anche due nostri grandi cantanti, il baritono Leo Nucci e Barbara Frittoli, soprano. Non suonano male, questi giovani cinesi. Nel programma c'è anche Puccini, oltre a Rossini e a Verdi; e l'Inno di Mameli, suonato in apertura, è in un ottimo arrangiamento e sembra molto più bello del solito. Lo si ascolta addirittura con piacere, e non capita spesso.
Beh, Buon Natale a tutti!
(24.12.2004)

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