A me piace Laura Pausini, è una bella ragazza, è intelligente. La vedo e mi verrebbe voglia di fare amicizia, anzi mi pare di conoscerla già: la trovo di una simpatia naturale riservata a pochi. Ma io non distinguo una sua canzone da un'altra, canta sempre con tono piatto e monotono, tutto allo stesso modo; e soprattutto non riesco a capire se quella che sta cantando è una canzone nuova oppure se è un lieve ritocco a una canzone di 40 o 50 anni fa.
Mi capita spesso, e non solo con le canzoni italiane: tutto l'heavy metal è già rinchiuso nel primo lp dei Black Sabbath, o in Smoke on the water dei Deep Purple (1969): ascoltare per credere. I dodicenni possono anche non saperlo, ma dopo - dopo - si sono solo limitati ad alzare il volume e a gridare nel microfono distorcendo il più possibile. Ma la musica è quella lì, già in partenza non aveva una gran fantasia e non si può spremere un limone più di quel tanto. Si prende un limone nuovo, e si ricomincia: e il limone è buono, ha sempre un buon sapore, ma è sempre al gusto di limone. Capita anche al cinema, ed è un difetto che deriva dall'aver più di trent'anni e dall'averne viste troppe: vedo Harry Potter e so già cosa succede nella sequenza successiva, vedo Il signore degli anelli e penso a Wagner, vedo Il Gladiatore e dico: sì, bello, ma hai presente Spartacus? Ma è un film vecchio, di quarant'anni fa... mi si risponde. E qui imparo a stare zitto, e a invidiare i bambini, beati loro, che a 7 anni possono ancora fare scoperte guardando le avventure del piccolo mago inglese.
P.S: Per spiegare i miei giudizi, la mia scala di valori e le mie valutazioni di queste pagine, e per evitare equivoci e/o minacce, rimando al racconto di Achille Campanile che è qui in archivio, la visita alla mostra di pittura. Insomma, bisogna pur avere una gradualità nei giudizi: se in una scala da zero a dieci dò 10 a Gianni Morandi, poi per salire non mi rimane più spazio, ed è questo il mio problema.
Vivere in pace – Luigi Zampa
19 ore fa
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