Nel primo 900 la musica dei grandi compositori è stata bella e all'altezza dei secoli passati, ma solo seria, tragica, drammatica, spesso angosciosa. Amo moltissimo Berg, Schoenberg, Webern, ma mi è impossibile trovare in loro conforto, o gioia. Nel 900 manca quasi sempre la dimensione giocosa, gioiosa; manca del tutto la dimensione dionisiaca. Non c'è un Rossini, nel 900; e nemmeno un Mozart, un Weber, un Verdi. Tutto è grigio, cupo: un'infinita varietà di grigi, come venne definita da Sciostakovic la sua opera incompiuta "I giocatori" La malattia ha preso anche il jazz, a partire dal dopoguerra; ne è immune il blues, che è musica triste ma ricca di colori.
Ecco, il nome di Sciostakovic può aiutarci a fare un po' di luce su questo fenomeno: Sciostakovic (nato nel 1906) ha una vena allegra e spesso clownesca, soprattutto ai suoi inizi. Potrebbe essere lui il Rossini del Novecento, ma arriveranno Stalin e la guerra mondiale a fargli cambiare registro. Lo stesso discorso vale per Prokofiev (chiunque abbia ascoltato la musica di "Pierino e il lupo" sa quanto Prokofiev possa essere leggero e divertente). Nel Novecento la tragedia incombe, arriva, e ne permane il ricordo oppure la minaccia: come poteva l'ebreo Schoenberg non percepirla? E' una caratteristica degli artisti più grandi saper prevedere, magari senza volerlo, il futuro; e anche saper leggere il presente meglio di chiunque altro.
Fango bollente - Vittorio Salerno
1 giorno fa
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