Forse oggi siamo come nel 1200-1300, quando la musica era rappresentata quasi solo da trovatori e trovieri. Non sappiamo come fosse la musica, prima: di sicuro era bella e commovente come sempre, ma della musica dei greci e dei romani ne sappiamo troppo poco. Sappiamo che, ai tempi dei Faraoni, in Egitto erano molto richiesti i pigmei: antichi papiri ne ricordano la grande capacità musicale e istrionica, e dunque l'Africa nera già produceva grande musica 4000 anni fa.
Dopo la caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche, un grande patrimonio è andato perduto; quello che è rimasto, in campo artistico e culturale si deve ai monaci che fecereo un gran lavoro di copiatura e di archivio. E quindi la musica che nasce al tempo dei trovatori è musica nuova, solo lontana parente di quella che c'era prima; unita alla grande tradizione popolare e alla musica colta che si cantava in chiesa, è da qui che nasce tutta la grande stagione della musica.
Nel '900 quel percorso è arrivato alla fine; oggi ascoltiamo e suoniamo di tutto, la musica futura verrà e sarà grande come quella di Bach e di Ockeghem, ma è un futuro ancora lontano, si riparte da capo e certamente noi non ci saremo (come cantava il poeta). Che farebbe un Mozart oggi? Forse un altro mestiere, e non il musicista. Come diceva Verdi, a volte viene il momento in cui è meglio non fare niente, soprattutto se si ha talento.
Fango bollente - Vittorio Salerno
1 giorno fa
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