"Signori, il padron mio - badate ben: non io..." Così iniziava, con una citazione dal "Don Giovanni" di Mozart, la presentazione di un'opera di Mascagni, qualche anno fa, da parte di uno dei presentatori di Radiotre, la rete culturale Rai: a sottolineare che, fosse stato per lui, quell'opera lì non l'avrebbe mai scelta tra quelle da mandare in onda.
E' un dato di fatto che Mascagni è pesantino da ascoltare. Ogni tanto ci provo, mi ci metto, ma proprio non mi riesce mai di arrivare fino in fondo; e sì che ne ho mandati giù di mattoni. E' un luogo comune che si è provato a scalfire, ma senza grande successo, quello di Mascagni come autore di un'ottima opera prima (Cavalleria Rusticana), senza più essere riuscito a ripetersi.
Mascagni ebbe grande successo in vita, fu molto considerato; dopodiché, su di lui scese l'oblio più assoluto, a parte il famoso "Hanno ammazzato compare Turiddu!" che ancora risuona nei teatri di tutto il mondo. Ci sarebbe poco da aggiungere, anche perché - finita la grande stagione dell'opera - ormai si è ripescato di tutto, riscoprendo grandi capolavori e grandi autori che si erano persi di vista mentre si susseguivano le novità che, nel corso del tempo, si chiamavano Verdi e Puccini, Donizetti e Stravinskij, Bartok e Brahms....
Ci sono due cose da dire: la prima è che Mascagni scrive quando ancora la stagione dell'opera è ben lontana dal finire, ma i suoi contemporanei si chiamano Stravinskij, Schoenberg, Ravel, Debussy, Puccini, Prokofiev, Richard Strauss; e dopo di lui ci sono ancora Berg, Britten e Sciostakovic. Il confronto è abbastanza impietoso, e io francamente preferisco ascoltare i recitativi di Sciostakovic in russo piuttosto che il declamato italiano di Mascagni, e penso di non essere l'unico. (In quel periodo, c'era anche Malipiero che riscopriva Monteverdi - Dio gliene renda merito - ma senza recepire niente delle meraviglie del recitar cantando nella sua produzione: si vede che era un periodo così...). La seconda è che Mascagni ebbe grandi onori dal fascismo. Le foto di Mascagni con lo spadino del costume di Accademico d'Italia si trovano ancora, e sono davvero ridicole; ma ai nostalgici piacciono sempre. Non farei colpa a Mascagni di questa sua debolezza, ma Verdi con lo spadino e la feluca proprio non riesco a immaginarmelo, per tacere di Puccini che si sarebbe fatta una gran risata. Invece Mascagni ci teneva, e anche questo vuol dire qualcosa, immagino.
Fango bollente - Vittorio Salerno
1 giorno fa
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