L'altra settimana Luciano Ligabue ha fatto 200mila spettatori, al suo concerto di Reggio Emilia. Duecentomila persone, tutte in una sera sola, solo per lui che suonava: complimenti. Il giorno dopo, vedo in tv Gigi Proietti e il direttore d'orchestra Gianluigi Gelmetti ricordare due recenti eventi romani: il "Don Giovanni" e il "Flauto Magico" di Mozart rappresentati a Roma, in piazza, davanti a 100mila persone. Musicista e regista erano, ovviamente, molto contenti di questo successo inaspettato: oltretutto, ricordava Gelmetti, il "Flauto Magico" era cantato in tedesco.
Da vecchio appassionato di musica e di teatro, sono contento anch'io: però non posso non pensare a quello che direbbe un moderno dirigente tv davanti a queste cifre. Storcerebbe il naso, o si farebbe grasse risate: centomila, duecentomila, mezzo milione di spettatori? Ridicolo, una miseria, e poi non ci si potrebbe neanche mettere uno spot in mezzo. Qualche anno fa, l'allora presidente della Rai Enzo Siciliano s'impuntò e fece trasmettere in diretta la prima della Scala, che era il Macbeth di Verdi diretto da Riccardo Muti. Risultato: un milione di spettatori, in diretta, per un'opera lirica. Ma anche questo non basta: un milione di spettatori, o di contatti, in prima serata di sabato? Una miseria, e non importa se sia opera, teatro, basket o hockey su ghiaccio. Certamente c'è una logica dietro a tutto questo, ma è soltanto la logica del profitto e non direi che sia l'unica da seguire, se si parla di televisione (e non importa se sia pubblica o privata!). Ma poi mi dovrebbero spiegare come mai la Rai ha fatto fuori Michele Santoro, che di spettatori ne faceva sette milioni a sera, per sostituirlo con Socci e con altri personaggini simili che al loro primo apparire, prima ancora di aver capito chi sono e da che parte stanno, spingono la gente a cercare il telecomando e ad azionarlo immediatamente. Ma mi rendo conto che chiedo troppo, e poi m'immagino già le risposte. Tiro un sospiro, alzo le spalle, saluto gli amici di stile libero e torno a leggermi il Don Chisciotte (un bestseller di 400 anni fa, per chi fosse interessato a queste cose).
Giuliano 30 settembre 2005
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