"Tra Sacchi e Van Basten, io scelgo Van Basten", dice Fedele Confalonieri, autorevole membro del Consiglio del Teatro alla Scala e appassionato musicofilo nonché pianista. Di che cosa sta parlando? Semplice: del conflitto interno al Teatro che sta portando alle dimissioni del Maestro Riccardo Muti.
Se non siete appassionati di calcio, sappiate che Fedele Confalonieri si riferiva al Milan, la squadra di calcio di proprietà del suo fraterno amico Silvio Berlusconi. Tradotto in italiano corrente, significa che Confalonieri si terrebbe stretto il grande direttore d'orchestra, magari a costo di sacrificare qualche dirigente del Teatro; ma la metafora calcistica è significativa, soprattutto per vedere cosa mai passa per la testa della nostra classe dirigente.
Sono dichiarazioni di poche settimane fa, e farebbe piacere sapere che anche Confalonieri, come il suo illustre amico, è stato travisato dalla stampa comunista e cattiva; invece non è così, magari... Adesso so con certezza di cosa parlano Maroni e Berlusconi, quando si trovano per discutere di welfare e di pensioni: parlano di Sacchi e di Van Basten, e magari anche di Gullit e di Weah. Tanto si sa che c'è già in giro gente che (per conto suo, senza bisogno di essere stimolata) dice che è tutta colpa dei sindacati; e non importa quale sia l'argomento, se la crisi dell'industria o l'amministrazione del Teatro alla Scala, o magari l'abnorme attività delle macchie solari che sta provocando disturbi magnetici alla ionosfera terrestre.
(Giuliano 8 giugno 2005)
Fango bollente - Vittorio Salerno
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