«Le locomotive dall’ampio petto...»
Ma chi è che ha scritto questa cosa? Sulla lapide c’è scritto: ah, ecco. Adesso è tutto chiaro, solo un grande xxxxx come Filippo Tommaso Marinetti poteva inventarsi una cosa come questa.
E chi l’ha messo qui su questa lapide? C’è scritto anche questo, a futura memoria: i posteri saranno contenti e riconoscenti, un ex sindaco in un impeto d’orgoglio. Il monumentino, per fortuna defilato, è formato con due vecchie traversine incrociate: tutto qui, molto semplice e neanche sgradevole, se non fosse per quella lapide tronfia.
Marinetti è l’uomo che elogiò la guerra, «la guerra come igiene del mondo»: come si fa ad avere simpatia per uno così? Uno che si inventa lo “zzang tumb tumb” (elogio, per l’appunto, del rumore igienico delle bombe e dei proiettili sul campo di battaglia), e lo fa quando già erano stati inventati i fumetti, come si fa a farlo passare per un grande artista? Da bambino ero curioso, poi ho conosciuto meglio Marinetti e la curiosità mi è passata.
Ho ancora una certa simpatia per il futurismo, soprattutto per i russi e per quelli che l’hanno seguito, ma nei suoi aspetti migliori, con umorismo e ironia: e penso a belle persone come Bruno Munari, che dal futurismo è partito. Ma su F.T.Marinetti, via, cos’altro dire? Uno che elogia la guerra come igiene del mondo, e lo fa subito dopo i milioni di morti della Grande Guerra, con l’orrore dei gas e della guerra in trincea, non può che essere un grandissimo xxxxx: parola di cinque lettere, se genio o pirla o pazzo o pippa decidetelo voi; intanto io vado a prendere le tavole di Winsor Mc Cay, anno 1905 e anche prima, e mi ci perdo dentro come sempre. Per uno come Marinetti non voglio sprecare altro tempo.
Fango bollente - Vittorio Salerno
1 giorno fa
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