L'opera incomincia così: siamo a Creta, dopo la guerra di Troia, e la principessa troiana Ilia sembra destinata a sposare un greco, il giovane Idamante figlio del re Idomeneo. Ilia è molto combattuta dentro di sè: dovrà dunque unirsi a uno dei nemici della sua patria? Ma questo è quasi un prologo, la vera azione comincia con la scena successiva, nella quale ci troviamo nel mare, sul vascello che sta riportando a casa il re Idomeneo. Il mare è in tempesta, e l'equipaggio è spaventatissimo; ma il dio Nettuno placa le onde e la nave è salva. Le prime parole di Idomeneo, appena placata la tempesta, sono queste: " Eccoci salvi, alfine..."
Ma Idomeneo, durante la tempesta, ha fatto un voto solenne, uno di quei voti così frequenti nella mitologia ma anche nelle fiabe e nei racconti popolari: che sacrificherà a Nettuno la prima persona che incontrerà. Ed ecco che si avanza la vittima inconsapevole: è suo figlio, il giovane Idamante. Idomeneo fugge via, spaventato; il figlio si interroga sul comportamento inaspettato del padre. Possiamo dire subito che ci sarà un lieto fine, un po' perché l'opera è datata 1780, ma soprattutto perché non è tanto il soggetto ad essere interessante, quanto l'uso che ne fa Mozart. Le cronache dicono che Mozart lavorò moltissimo sul libretto dell'italiano Varesco, smontandolo e rimontandolo per cercare di trovare una quadratura che in origine non aveva, dato che si trattava di uno dei soliti "pasticci" settecenteschi su soggetto mitologico; è lo stesso lavoro che farà Verdi nell'Ottocento, e che faranno i maestri del cinema nel Novecento. Sappiamo tutti, infatti, che si può trarre un buon film da un soggetto non particolarmente originale, e che si può invece fallire partendo da un capolavoro; ed "Idomeneo, Re di Creta" è dunque memorabile perché si tratta del primo vero grande capolavoro di Mozart per il teatro.
Mozart aveva già scritto molto, e anche molte opere; già a 12 anni, per esempio, era stato capace di inventarsi un vero piccolo capolavoro come l'aria del mago nell'operina (nel senso di opera per bambini) "Bastien und Bastienne". Ma con l'Idomeneo Mozart, ormai ventiquattrenne, capisce quale è la sua vera strada, quella che lo porterà ai grandi e famosi capolavori, il Ratto dal Serraglio, Le Nozze di Figaro, il Don Giovanni, e via elencando. Il modello evidente è Gluck, nell'impianto drammatico dell'opera e nell'uso del coro, che è uno dei veri protagonisti. Bellissimo, quasi cinematografico, l'arrivo di Idomeneo con la tempesta e l'incontro con il figlio sulla spiaggia; spettacolare e commovente il finale dell'atto secondo, dove si manifesta il mostro marino (che appare per un attimo però non canta, anche se forse si sarebbe potuto fare).
La "sceneggiatura" di Mozart per il finale secondo è questa: Idomeneo cerca di rimangiarsi il suo terribile voto, e allora Nettuno manda un terribile mostro a spaventare e minacciare Creta; i cretesi lo vedono arrivare, fra il crescendo della nuova tempesta che sta arrivando, e fuggono, lasciando vuota la spiaggia e anche la scena. Un finale d'atto in diminuendo, a svanire, che crea un effetto bellissimo e inaspettato.
Il mostro verrà sconfitto da Idamante, che sarà il nuovo Re e sposerà Ilia: così comanda la voce di Nettuno, e tutti si accordano volentieri al volere del Nume. Ma il lieto fine non è per tutti: rimane Elettra, figlia di Agamennone, a sfogare la sua rabbia per non aver potuto coronare il suo sogno di diventare regina sposando Idamante. Elettra è il prototipo delle future e grandi parti femminili di Mozart: la Contessa, Donna Anna, Donna Elvira. Le grandi scene corali devono ancora molto al talento di Gluck (soprattutto all'Alceste), ma è in questi personaggi che già si vede la vera vocazione di Mozart, e questa è l'importanza vera dell'Idomeneo, l'opera che aprirà la nuova stagione della Scala e che verrà trasmessa (in questo caso il servizio pubblico esiste ancora...) da Radiotre nella serata del 7 dicembre, per sant'Ambrogio ( e speriamo che si parli di Musica e non di chi c'era e chi non c'era: ma sarà molto difficile, visti i tempi che corrono).
(nell'immagine, bozzetto di Mauro Carosi per l'allestimento del 1990)
Giuliano 7 dicembre 2005
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