Wagner sta chiedendo troppo ai suoi ascoltatori? Con i tempi di oggi, sicuramente sì; ma già la vignetta di Novello, pubblicata nel 1934, parla chiaro anche sui tempi andati. Eppure bisogna avere pazienza, perché Wagner è grande e come tutti grandi poi sa come ripagarci.
Sono troppi tre quarti d'ora? In realtà questo non è un duetto, ma una intera notte d'amore, fra un uomo e una donna che hanno scoperto da poco di essere innamorati. Tristano e Isotta si prendono tutto il tempo necessario, e la stessa cosa farà poi Re Marco col suo monologo. Tutto il tempo necessario: quanto è lunga una notte d'amore? E come si fa a renderla in musica, o in un'opera d'arte? Wagner sceglie la strada giusta ( anche se forse esagera un po' ), e mi fa rimpiangere i tempi passati. Sarò sincero, e devo ammettere di vacillare quando devo iniziare un libro di seicento pagine ( o magari di mille, come Guerra e Pace...), e ho sempre avuto seri problemi ad ascoltare il secondo atto del Tristano. Però mi disturba leggere, e vedere sempre più applicati, i "consigli" degli esperti di marketing, che ormai sono i veri padroni dell'arte e privilegiano i messaggi rapidi e facili. Interrompere il Tristano con una serie di spot pubblicitari, o magari con una televendita? Impossibile, e oggi uno scrittore o un regista che volesse fare come il buon vecchio Richard Wagner, e prendersi tutto il tempo necessario, avrebbe problemi ben più seri di quelli che il compositore tedesco trovò durante la sua vita (1813-1883).
PS: nella vignetta, il Tristano di Wagner visto da Giuseppe Novello.
(Giuliano, 2 ottobre 2003)

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