A Stockhausen è legato uno dei miei ricordi più piacevoli, alla Scala nel 1981. Seduto comodamente in loggione, appoggiato sul parapetto, col naso in giù, a guardare i tecnici del Teatro smontare completamente il palcoscenico e la fossa dell’orchestra, per costruire la scenografia. Un’ora di lavoro, uno spettacolo nello spettacolo, perché le maestranze della Scala, falegnami e attrezzisti, sono quanto di meglio si può trovare al mondo, e vederli all’opera è cosa rara.
Ero seduto comodo perché gli spettatori erano pochissimi: capita sempre così con la musica contemporanea. Chi c’era era già d’accordo in partenza con l’autore, non c’era nemmeno il pericolo di fischi, come capitò a Rossini ma anche ad Alban Berg.
Dopo aver aborrito l’opera lirica per decenni, Stockhausen aveva cambiato parere: ne aveva sette già pronte, tutte dentro la sua testa. Sette come i giorni della settimana, perchè si trattava di un’allegoria della Creazione, chiamata “Licht”, Luce; e dal Giovedì, “Donnerstag”, si cominciava. Un’opera lunghissima, di dimensioni wagneriane; pensare che era solo un settimo del totale dava sgomento. Fu funestata da uno sciopero dei coristi, che dicevano, partitura alla mano, di avere parti da solista: l’Autore stesso li aveva esortati a considerarsi tali, salvo poi fare retromarcia dopo avere avuto le orecchie tirate dall’Amministrazione del Teatro, perché un solista viene pagato più di un corista, come è ovvio.
Capita raramente che un’opera contemporanea (se ne scrivono ancora) abbia un seguito, delle repliche oltre la prima. Al di là del loro valore, spesso elevato e comunque meritevole di ammirazione, viene il dubbio che si tratti delle classiche cose che interessano solo a parenti e fidanzate, e forse nemmeno a quelle; però si fanno, perché non si può non farle, non si sa mai. Stockhausen era un compositore di prestigio, e si meritò uno spettacolo magnifico e colossale, affidato a Luca Ronconi e Gae Aulenti.
Karl Heinz Stockhausen avrebbe l’età di mio padre, essendo del 1926. Non avevo mai ascoltato niente di suo. Pensavo a chissà quali astruserie, evocate dal nome stesso: Stockhausen, un nome da filosofo o da alchimista medievale, il Nume supremo dell’avanguardia musicale; e invece no, era musica molto piacevole, divertente. Anche Stockhausen, nelle foto e nelle interviste, ha un aspetto piacevole: un signore elegante, fine, di bell’aspetto. Ha un figlio e una figlia, musicisti. Il figlio Markus suonava la tromba, con un bell’effetto; la figlia Majella suonava il corno di bassetto, uno strumento che è già musica nel suo nome stesso, uno dei nomi più simpatici che siano mai stati dati a uno strumento musicale: “corno di bassetto”. (In realtà, è un parente del clarinetto: il Concerto per clarinetto di Mozart fu scritto per questo strumento).
Di cosa parlava “Licht”? D’una immensa cosmogonia, la creazione del mondo alla quale prende parte attiva anche Lucifero, come in Faust e nel Libro di Giobbe. Lucifero visto come forza positiva, alla Carducci, “parte di quella forza che vuole sempre il male ed opera sempre il bene”. Ho conservato il programma di sala, pieno di disegni e di appunti opera del Maestro: le fantasie d’un bambino, verrebbe da dire, ed è un peccato che Stockhausen non abbia seguito l’esempio di Tolkien, nel mettere per iscritto queste sue fantasie.
Il ciclo di Licht è stato completato, Stockhausen ha avuto questa fortuna; però non alla Scala, dove sono andati in scena solo i primi due capitoli. Oltre al Giovedì, ci fu un “Montag”, Lunedì, nel 1988 senza più Ronconi ma con una Eva alta cinque piani, seduta a gambe aperte per partorire minuscoli omini e donnine: tutt’altro che scandalosa, piacevole e quasi innocente. Poi ci sono state delle incomprensioni, il compositore tedesco ha dovuto portare altrove, in giro per l’Europa, il suo Lucifero a compiere l’opera,
Ecco, “piacevole” è la parola che mi ricorre più spesso pensando a Stockhausen e a quel pomeriggio del 1981: musica piacevole, spettacolo piacevole, pomeriggio piacevole, compagnia piacevole. Tutte cose che non hanno avuto un seguito, comprese le mie piacevoli compagnie. Tutto abbastanza piacevole, e tutto abbastanza inutile: come gran parte della musica colta del Novecento, almeno nella sua seconda metà.
17 commenti:
"Tutto abbastanza piacevole, e tutto abbastanza inutile: come gran parte della musica colta del Novecento, almeno nella sua seconda metà."
:)
Tutta l'avanguardia? Anche Ligeti? Anche il minimalismo? Non ne so niente ma cerco di ascoltare per vedere se c'è qualcosa che mi piace. Stockhausen (nome e cognome massicci, comunicano grandiosità anche senza conoscerlo) mi pare che abbia composto giusto perchè quella musica (?) andava composta, perchè era possibile concepirla. Un adempiere al dovere, insomma qualcuno doveva pur riempire un buco. Utile in questo senso. Ci sono cose che forse è meglio non conoscere :)
buongiorno Jeff, e benvenuto!
:-)
questo post è stato scritto una decina d'anni fa, e come avrai visto i miei ricordi portano molto lontano nel tempo.
Non sto facendo un discorso del genere mi piace / non mi piace, oppure è bello / non è bello, cercavo solo di ragionare su quella che sembrava la musica del futuro (così sembrava per tutto il Novecento) e che invece oggi è conosciuta da pochissimi.
Il mio parere è che molte colpe sono di chi ascolta, si ascoltano solo cose molto semplici, quasi da abc, da ninnananna. Ne ho parlato in un altro post, che avevo intitolato "Prigionieri di un'ottava" - il link è qui sulla colonnina a destra.
Ligeti è nella colonna sonora di Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, nel finale (il viaggio verso Giove), è incredibile cosa riesce a fare usando soltanto le voci, niente effetti speciali né amplificazioni.
Anche di Stockhausen ho un ottimo ricordo, ma qualcuno se lo ricorderà ancora nel 2030?
Sono bei ricordi e post eccellenti, con piacere posso leggere quello che mi incuriosisce di più, però non me la sento di commentare perchè sono del tutto ignorante di nozioni tecniche e storiche riguardo la musica. Procedo distinguendo ciò che mi piace e ciò che non mi piace, perchè non posso fare altrimenti, anche se poi non è detto che segua solo ciò che ritengo bello. Chi si ricorderà di Stockhausen? Chi dovrebbe ricordarlo, mi chiedo. Per i compositori è sicuramente imprescindibile e delle influenze sulla musica attuale ci sono e ci saranno (ed è anche questo che in qualche modo mi interessa); per i semplici ascoltatori non è nemmeno necessario sapere chi sia, penso.
Intanto io ho potuto conoscerlo grazie ad interviste rilasciate da musicisti contemporanei che lo citano, grazie a youtube e wikipedia. Ma se non fosse stato per il cinema di Kubrick, questa musica contemporanea sicuramente non riuscirei ad apprezzarla. Anche Terrence Malick in The Tree of Life ha usato delle composizioni ricercate. Purtroppo gran parte di queste opere sono terribilmente angoscianti e tristi (chissà perchè! :)) e hanno bisogno di immagini adatte per arrivare al grande pubblico (che resta cmq una nicchia giusto un pò più estesa).
Il post "prigionieri di un'ottava" non l'ho trovato.
temo che dovrai ricorrere al motorino di ricerca qui in alto a sinistra, per trovare i miei post. Una mia amica lo fa regolarmente, ci riesce, è un fenomeno!
:-)
io non sono un musicista, però qualche lezione l'ho pur presa. Per esempio, arrivare a capire il contrappunto (Bach, Couperin, Rameau...) è fondamentale. Si tratta di musica complessa, ma fenomenale. Una volta che hai ascoltato i bassi del contrappunto si diventa molto esigenti, c'è una tale ricchezza d'invenzione che non si finisce più di ascoltarli.
Io quest'anno compio 55 anni, mi sono aperto alla musica proprio con Kubrick, e sono cresciuto con Claudio Abbado. Anche solo leggendo le locandine dei suoi programmi c'era da imparare.
Questo blog ormai è quasi chiuso, ma vado lo stesso a mettere il tuo blog tra i miei da leggere.
Allora cercavo nel posto sbagliato, sotto il titolo del blog, proprio dove c'è il tasto cerca.. e proprio lì la ricerca non funziona :)
Ho letto il post, la questione è delicata. Vasco Rossi e Ligabue mi arrivano passivamente, non li conosco perchè non mi interessano ma soprattutto perchè non sono un amante dei testi. Mi dirigo su altro che non sia la musica italiana (ecco, sono abbastanza superficiale e un tanto esterofilo).
In questo periodo sto cercando di conoscere la classica dell' '800, tutti i compositori romantici che mi sembrano siano affini al tipo di musica che mi piace (per ora tendo ad escludere Beethoven, per dirne uno, e per Bach ci vorrà molto tempo): la tecnica verrà dopo semmai. Il rischio, per quanto mi riguarda, è che diventi troppo ricercato nei gusti: ho 30 anni e nel mio giro di conoscenze non c'è traccia di apprezzamenti particolari della classica, nonostante credo ci sia terreno per saperne di più. Stavo però pensando di aprire un tumblog dove tenere memoria degli ascolti da youtube, accompagnati da un testo copincollato da ottime fonti web.
Ho letto della chiusura di questo blog. Mi dispiace davvero, spero che verrà solo abbandonato e non cancellato perchè i post che hai scritto sono utili da consultare. Quasi tutti i blog esistenti (ed ormai se ne aprono sempre di meno perchè la moda è quasi del tutto scemata) offrono chiacchiere e solo quelle. La qualità scarseggia. Mi sono ricordato che esiste anche un altro tuo blog "giulianocinema" che chiudesti molto tempo fa: lo seguivo sporadicamente per diversi post su Tarkovskij e altri registi meritevoli, poi quando diventò privato non mi azzardai a farmi invitare perchè non avevo cmq granchè da commentare. Ecco, io lo riaprirei perchè qualcuno può sempre incappare in quei post e incuriosirsi di qualcosa che non conosceva. È una considerazione che per vale anche per currenticalamo.com (non so se conosci), un sito più che prezioso aggiornato raramente e per fortuna sempre aperto. Grazie per l'attenzione al mio blog, è solo uno spazio che mi serve a poco se non a tenere a mente certe cose, non per essere lette (non mi curo di farlo conoscere proprio perchè non c'è niente di rilevante... in fondo non sono tipo da blog).
mandami una mail a cui spedire l'invito per giulianocinema
provvederò subito
:-)
currenticalamo e akatalepsia sono due siti che continuo a tenere d'occhio...
i testi che vedi rimarranno on line finché Google vuole, li ho messi perché mi faceva piacere che ci fosse qualcosa del genere on line, anche sulla chimica per esempio.
Nella musica, il mio punto di partenza vero è stato certamente Tim Buckley, quando avevo 17 anni (lui c'era ancora), che ascolto ancora.
Poi sono passato a tutto il resto, compresa l'opera lirica che prima dei 18anni non sopportavo (poi mi sono messo in coda e ho visto e ascoltato tantissimo)
La prima cosa da dire è che "musica classica" è un'espressione da non usare
:-)
ogni musicista fa per conto suo, è bello imparare a riconoscere le personalità sempre diverse.
Se sei sull'800, Brahms - qualsiasi cosa. Magari farai fatica all'inizio, ma Brahms è uno a cui si vuol bene, quando si impara a conoscerlo.
E poi Dvorak, per esempio. Oltre ai nomi che già sai di sicuro, Beethoven irrinunciabile.
a disposizione comunque, mi piace parlare di queste cose
Da leggere ti ho lasciato tante cose, qui intorno
Grazie, invio l'email.
Nemmeno a me piace il termine "classica", sa di noioso, lontano e complesso. Preferisco "sinfonica" semmai.
Piano piano mi accosto a tutti i signori dell' '800. Per ora Rachmaninov ce l'ho sul piedistallo :)
a rigor di termini, quando si dice "classica" si intendono JS Bach e Haydn, per motivi storici ben precisi.
intanto cominciamo con i disaccordi...io Rachmaninov non lo reggo!
ciao
:-)
Si, in effetti "classico" è un periodo. Dell' '800 si dovrebbe dire che si è fatta musica romantica e verista (o sbaglio?). Cmq per rendere l'idea, per me, "classica" o "sinfonica" possono passare.
Su Rachmaninov non ci siamo proprio. Ho capito, segui il pensiero di Massimo Mila: non ti commuovi ascoltando il piano concerto 2.
E vabbè.. :)
Jeff, mi stai costringendo a scrivere il post su Haydn!!!
:-)
Haydn ha inventato le forme classiche, i quattro movimenti delle sinfonie, la forma sonata, poi su quelle forma ci si sono appoggiati tutti. Beethoven contiene Haydn, per esempio; poi nella Nona non ci sta più dentro e si inventa quel quarto movimento sensazionale...
Rachmaninov? Niente di razionale, non riesco ad appassionarmi, succede. Ormai, dopo tanti anni, ho smesso di insistere. Lo stesso problema ce l'ho con Scriabin (e qui è l'unico punto in cui non riesco a seguire Abbado, cosa posso farci).
Ho avuto grosse difficoltà con Bruckner e con Mahler, poi ci sono arrivato, e con l'Ottava e Nona di Bruckner ti si aprono panorami meravigliosi - però bisogna insistere, non è di primo ascolto.
Vuoi un altro nome? César Franck, mi emoziona sempre
Ma non si finirebbe mai di parlarne
:-)
Più che altro ti costringerei a scrivere una guida a tutta questa musica eheh.
Ecco, servirebbero belle introduzioni come quella di Pierre Boulez (ma anche migliori) alla Sagra della Primavera qui http://www.youtube.com/watch?v=jTbaG_D6Vbs :)
(la rivelazione della Sagra però non me l'ha suggerita Boulez ma l'ascolto: ad un tratto si sente tutta l'orchestra che insiste su una sola nota e lì ho capito da dove proviene il tema della colonna sonora de Lo Squalo. Curioso.)
Mi è capitato di incontrare il nome di Bruckner ma non di Franck nè di Scriabin: misconosciuti solo per intenditori, immagino. Mi segno le due composizioni di Bruckner.
Franck era un organista, belga di Parigi; la sua Sinfonia in re minore è una cosa che ascolto sempre volentieri.
Anche Bruckner era un organista, e si sente...occhio che l'Ottava dura un'ora e mezza.
Comunque sia, nessun disco potrà far veramente capire cosa succede in sala da concerto. E ci vuole una sala adatta, per esempio per Mozart o per Vivaldi la Scala è troppo grande.
Te lo dico perché ho ancora dentro l'emozione del finale dell'Uccello di fuoco, una cosa incredibile, eseguita come si deve ti fa capire perché si parla così tanto di questi musicisti. Il totale controllo dell'orchestra...
Un'altra cosa poi chiudo: ho ascoltato molte volte il cd della Sinfonia n.5 di Mahler, e poi in concerto mi sono accorto - solo in concerto! - che comincia con un assolo di tromba. E la tromba ce l'avevo lì, a poca distanza da me, sulla sinistra. (il motivo che suona, però, viene da Mendelssohn, Trauermarsch)
dimenticavo:
- Mahler e Wagner hanno vinto un sacco di Oscar a Hollywood, ma nessuno lo ha mai detto...
:-)
(e mica solo loro)
- Scriabin apre il discorso sulla sinestesia, la musica associata ai colori.
Ma già vedendo il video di un'esecuzione del Requiem di Verdi, secondo me si può capire quanta differenza c'è tra l'essere lì e il restare a casa. Non so come quelle persone lì sedute durante quei pochi minuti iniziali riescano a star ferme con quella musica: il mio corpo esplode solo a guardare sul monitor l'orchestra, lì mi verrebbe un attacco con convulsioni :D
Peccato non abitare almeno a Roma, con Pappano all'Auditorium sembra che l'offerta sia sempre ottima. Qui al San Carlo non so se devo accontentarmi. Fermo restando che solo da poco tutto ciò mi sta incuriosendo, perciò non ho davvero di che polemizzare :)
Io ho accennato alle colonne sonore, tu hai aggiunto Wagner: sarebbe quasi il caso di aprire il capitolo "compositori di musica da film", ma forse un'altra volta :)
posso dirti con precisione che cos'è il Dies irae, e anche il finale del primo atto del Macbeth: un muro di suono, un'onda sonora potente che ti senti passare attraverso il corpo. Non è un modo di dire.
Da allora non riesco più a prendere sul serio heavy metal e hard rock...
A Napoli non ci sono mai stato, ma il San Carlo è un teatro importante, a Napoli sono cresciuti Muti, Accardo, De Simone, la tua città è uno dei punti di nascita della grande musica, fin dal '600. Direi che dovresti andare a farci un giro.
:)
mica sono io?
( il fenomeno che trova regolarmente i tuoi post:)
direi proprio di sì :-)
però ieri ho passato i 200 contatti, il blog è chiuso da un anno e mezzo ma da gogoleo arrivano ancora in tanti...
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