Ascolto per l'ennesima volta il "Requiem tedesco", e rimango incantato. Questa toccante rivisitazione in musica di brani della Bibbia (in tedesco) che parlano dell'aldilà è opera di Johannes Brahms, che la compose negli anni intorno al 1860. La mia edizione di riferimento è una registrazione grandissima e obsoleta (1948!) di Herbert von Karajan, con solisti una giovanissima Elisabeth Schwarzkopf e il grande Hans Hotter. Si sente, qua e là, il fruscio dei vecchi 78 giri: ma che importa? Difficile trovare un "Denn alles Fleisch, es ist wie Grass" (...poiché tutti i mortali sono come l'erba; prima lettera di Pietro: 1,24) così giusto, non un inno solenne ma meditazione e preghiera; e toccante come poche altre volte lo "Herr, lehre doch mich" (Signore, insegnami dunque...: salmo 38) intonato da Hotter; e inarrivabile e commovente, nel finale, il "Morte, dov'è la tua vittoria?" che viene dalla prima lettera ai Corinzi. Mi hanno insegnato, ragionando di Gandhi, che "Mahatma" significa Grande Anima. Chi può essere la Grande Anima, il Mahatma della musica, se non Johannes Brahms?
(28.12.2003)
lunedì 17 agosto 2009
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