A Milano, in Galleria, ha chiuso una delle mie librerie preferite, la Libreria Accademia: sulla vetrina c'è scritto "chiuso per ristrutturazione", ma dentro è tutto vuoto e il bar di fianco ha già messo i tavolini davanti a quello che ne fu l'ingresso. La Libreria Accademia era un grande negozio, su tre piani, dedicato ai Remainders: cioè ai fondi di magazzino, ai libri invenduti, a volte vecchi a volte molto recenti. C'era la possibilità di comperare a poco prezzo opere importanti (anche i Meridiani Mondadori, alle volte), ma anche di recuperare libri stampati anni addietro e ormai fuori catalogo, perciò introvabili nelle normali librerie.
E poi, siccome ero in vena di nostalgia, ho fatto altre visite in altri luoghi che un tempo frequentavo con assiduità, e anche con affetto. Il Discoclub Cordusio, nella stazione del metrò vicina al Duomo, per esempio: c'è ancora e ho trovato delle buone occasioni, ma l'atmosfera di smobilitazione è così evidente da fare malinconia. Dietro al bancone, c'è ancora il mio coetaneo che un tempo incontravo al loggione della Scala: non abbiamo mai legato molto, ma qui ho comperato molti dei miei dischi, fin dal tempo dei 33 giri. E' ancora lì, non è cambiato molto (io sì, da quel 1980 in cui avevo baffi, occhiali, capelli...), e gli compero il Lohengrin diretto da Kempe, il migliore di tutti i tempi, che sbadatamente non avevo ancora a casa tra i miei scaffali.
Poi, visto che è sabato, vado alla Fiera di Sinigaglia, o meglio a quel che ne resta. Per i romani, è l'equivalente milanese di Porta Portese: una volta ci si trovava di tutto, oggi siamo prossimi alla normalizzazione, molte delle vecchie bancarelle sono scomparse, tra poco diventerà un mercato come tanti altri. Mi ricordo dei bei tempi, a metà anni '70, dalle parti del Parco delle Basiliche (via Calatafimi e dintorni): partivo il sabato pomeriggio, e andavo a scambiare i miei lp con altri ragazzi come me. Comperare i dischi nuovi, allora come oggi, era quasi proibitivo per un ragazzo di 16-17 anni: con gli scambi, e con l'usato, si poteva invece accedere a conoscenze del tutto nuove spendendo molto poco. E' lì che, nel 1976, ho comperato per poche migliaia di lire tutti i dischi di Tim Buckley; è lì che ho comperato i miei primi dischi di musica classica, finalmente ad un prezzo accessibile. Era un gran guardare e controllare, i dischi in vinile potevano essere rigati, ma eravamo tutti alla pari e controllare era normale. C'era qualcuno che era già organizzato, già pronto per la pirateria che sarebbe venuta molti anni dopo, con un centinaio di lp esposti in scatole di cartone, quasi un negozio ma sul marciapiede; ma i più erano ragazzi normalissimi, in un clima post 68 ancora molto tangibile. E c'erano le bancarelle con i libri vecchi e le riviste vecchie, unico posto dove fosse possibile trovare i vecchi Linus e i vecchi Tex, e tante altre cose ancora. In seguito ho scoperto che i residenti (giustamente) non ne erano molto contenti, ed è per questo che la Fiera fu trasferita sui Navigli, alla Darsena; e, oggi, alla stazione di Porta Genova.
Lì vicino ci sono anche le sedi storiche del Libraccio, che è nato molto dopo che io avevo finito di andare a scuola, in un'epoca in cui avevo già i miei soldi in tasca. Ma la catena del Libraccio, anche se permette di trovare libri vecchi e fuori catalogo, è già un'altra cosa, una libreria vera, organizzata. Niente di male, anzi; ma queste vecchie fiere, questi vecchi negozi, le bancarelle rimaste uguali dall'anteguerra, queste cose non si ritroveranno più. I libri vecchi oggi vanno al macero, non valgono più niente; e la stessa cosa accade ai libri nuovi, passati sei mesi o poco più. E se un gruppo di ragazzi delle superiori provasse a mettere in piedi un mercatino spontaneo di libri e di dischi come quello che facevamo noi nel 1976, forse arriverebbe la polizia e la finanza e arresterebbero tutti come pericolosi pirati.
Intanto le librerie chiudono, e chiudono anche i negozi di dischi. E' triste, ma è così: e forse non è triste, è davvero il progresso. In futuro non saranno più necessarie le librerie, scaricheremo tutto da internet; e per i dischi ormai ci siamo, il futuro è già incominciato e presto anche i grandi negozi, come Ricordi a Milano, saranno solo un ricordo da vecchi signori d'altri tempi.
Giuliano 25 maggio 2006
Life History of the Forget-me-not
9 ore fa
2 commenti:
da Accademia ci sono passato una ventina di anni fa, quello spazio dei Remainders era bellissimo, ho trovato qualcosa che ancora conservo, cose uniche.
frugare in posti così era sognare, fare il giro del mondo, si scopriva sempre qualcosa che ne valeva la pena, internet è bellissimo, ma non sostituisce il tempo passato in un negozio di libri...
Ci sarà ancora un'editoria di qualità? qui sembra che conti più il supporto che il libro che leggi o la musica che stai ascoltando: mi capita sempre più spesso di pensare così quando ne parlo in giro. Ti dicono: "ah, ma hai ancora le videocassette, i vinili" e non pensano a che cosa c'è sopra. Un po' come se ti dicessero, all'uscita del negozio, "oh ma quante scatole che hai comperato!"
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