Su L'Espresso del 22 aprile 2004 c'è un'intervista con un famoso "creativo" (cioè inventore di spot pubblicitari e qualcos'altro).
E' un signore francese, che "specializzato in biologia, appassionato di filosofia e dal 1973 conduce seminari di creatività", un'attività importante e fondamentale nel nostro tempo, che difatti lo ha portato a collaborare con molte aziende importanti. Il signore si chiama Hubert Jaoui, e l'intervista (condotta da Monica Capuani) non è male, anche se un po' specialistica. Però il finale mi lascia allibito. Jaoui parla della sua consulenza a ditte che erano in crisi, e riporta il suo parere entusiasta sulla sua esperienza italiana con la Granarolo. Lo riporto così come è:
(...) Quando Luciano Sitia ha assunto la presidenza di Granarolo, il gruppo era sull'orlo del fallimento. Lui ha chiesto carta bianca. Ha licenziato un terzo del personale, poi ha chiamato noi per tirar su di morale chi era rimasto, con seminari di creatività. Abbiamo formato animatori interni, è nato il Laboratorio di Archimede che ha lavorato su problemi di marketing, prodotto, organizzazione, qualità della vita in azienda. la nuova decorazione della fabbrica, incluse le sculture delle mucche giganti, è stata immaginata dagli impiegati. (...)
Il commento migliore che possa fare la mia parte razionale (quella meno razionale la tengo ben chiusa qui sotto) è mettere di seguito un estratto da un'altra intervista, sempre dall'Espresso ma un paio di mesi prima. Incrociamo le dita, forse siamo imbarcati sul Titanic ma possiamo ancora sperare che vada tutto bene...
«Oggi i capi azienda hanno un reddito che è 532 volte quello dei lavoratori, che è in media 42mila dollari all'anno. E' una differenza quasi impensabile. Quando io ero giovane, questo rapporto era 12:1. Che cos'è questa, se non guerra di classe? »(Mario Cuomo, ex governatore NewYork State, Esp. 12.2.2004, int. di Enrico Pedemonte.)
(14 giugno 2004)
Longlegs – Oz Perkins
1 ora fa
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