Innanzitutto, relativismo è una parola seria, scientifica e rispettabile: si riferisce ad Einstein, e dietro ci sono formule matematiche testate e comprovate da un secolo d'esperimenti e applicazioni pratiche. Però vedo che ha preso piede un altro significato di questa parola, e mi vedo costretto ad usarla anch'io in questo senso. “Relativismo”, secondo fonti importanti e anche per come la usa il Papa, è una parola che sta a significare che tutte le opinioni sono uguali, anche in materia di religione; e che perciò è da condannare, perché invece le priorità esistono e sono importanti. Mi sento di essere d'accordo: di certo tra il Vangelo e Scientology c'è una bella differenza di valore, e anche un ateo se ne può accorgere subito. Non si può mettere tutto sullo stesso piano, e certo per un credente la scala di valori è chiara e ben definita. Però poi si esce per strada, si fanno incontri, si vedono cose, persone, situazioni: e le nostre certezze hanno bisogno di una continua verifica. Non c'è niente di strano: anche Gesù, nel Vangelo, si comporta così. Apparentemente, viola anche dei precetti sacri: e glielo rimproverano spesso, nel Vangelo. “Relativismo” anche qui? Non direi: la scala dei valori è chiarissima, e Gesù mette sempre al primo posto il Comandamento che riassume tutti gli altri, “ama il tuo prossimo”, davanti al quale anche norme e precetti devono cedere il passo.
Uscendo dai discorsi troppo impegnativi, nella nostra vita quotidiana ne vediamo tanti, di esempi di questo “relativismo” che non piace a papa Benedetto. Per esempio, vedo persone importanti (politici, ministri, giornalisti, opinionisti, attori e registi) esaltare come valori razzismo e fascismo, e condannare gravemente il dialogo e la tolleranza. E se uno prova a dire una parola contraria si offendono, e ribattono severi e molto piccati: si sono fatti la loro morale su misura, hanno il controllo dei mezzi di comunicazione, si lamentano come vittime per non aver potuto esprimere le loro opinioni (fasciste e razziste) negli anni passati. Ecco, è su questo relativismo qui che vorrei sentire una parola chiara e definitiva; ma forse sono cose che non interessano più, nemmeno ai preti ed ai cardinali.
Giuliano 2 ottobre 2005
Vivere in pace – Luigi Zampa
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