giovedì 16 luglio 2009

Siamo tutti eucarioti

Come se uno fosse contento. Di discendere dalla scimmia, intendo: non è che la cosa mi faccia piacere, avrei preferito discendere dalla libellula o magari dall'ippopotamo, che almeno sa nuotare (io no, che tristezza). In fin dei conti, un biologo potrebbe dirvi che siamo tutti eucarioti, noi le scimmie e anche le piante; ma vaglielo a dire, ai creazionisti. Io lì a studiare, a leggermi i libri di biologia e anche quelli di Charles Darwin (che Dio l'abbia in gloria, lui che è sepolto nella Cattedrale di Westminster), e loro zac, si alzano su e con una mezza frasetta mi dicono che non è vero niente e che anzi è ridicolo, di smetterla subito.
Allora io mi alzo, cerco uno specchio, mi ci guardo dentro, faccio due o tre smorfie e mi accorgo che invece è tutto vero, porca vacca (con tutto il rispetto per la vacca, beninteso: che è un mammifero anche lei) (anzi, più mammifero della vacca, chi ci può essere, a ben pensarci?). Perché è facile commuoversi davanti alle immagini del feto che sorride o che piange, o grida, o si mette il dito in bocca, come un bambino già nato. E' facile, è giusto ed è anche bello, così bello da essere perfino ovvio: ma quella stessa macchina che ci dà le immagini del bambino non ancora nato, che già sorride, poche settimane prima avrebbe potuto mostrare (e certamente lo ha fatto, ma le foto non usciranno mai sui settimanali) che quello stesso embrione-bambino che ora ci sorride aveva, ahinoi, la coda. E' un fatto più che noto: appena formato, appena comincia a prendere una forma e una sembianza, quando si forma la colonna vertebrale, anche l'embrione umano ha la coda. Corta, ma c'è. Leggendo Darwin, che era precisino e perfino seccante, proprio nel primo capitolo del famoso "L'origine dell'uomo", riporta con disegni dettagliati un dato di fatto sconvolgente: distinguere un embrione umano da quello di un cane, o di un topo, a quell'età è quasi impossibile. E' la cosa che mi ha fatto più impressione, la prima volta che lessi Darwin: e chissà che impressione che devono aver fatto, quei due disegni comparati, all'Inghilterra vittoriana del 1850.
Della coda non saprei cosa farmene, e mi sta bene che si sia riassorbita; neanche di questo sono contento, ma il fatto sussiste, è imbarazzante ma è innegabile: an evidence, direbbero gli inglesi. Ma Darwin non ha fatto altro che osservare e prendere nota di quello che succede in natura, cioè nel Creato; e dalle sue osservazioni è nata anche la biologia, e oggi la genetica con tutti i problemi etici che ci pone: ma tutto era già scritto nella Creazione, e sono sicuro che se avessero riportato tutto il nostro dibattito a Gesù, ma anche a San Francesco, la risposta sarebbe stata qualcosa del genere: "Bene, allora dovremo amare anche nostro fratello gorilla..." (altro che Zapatero!)
PS: Per i biologi, eucarioti sono "organismi aventi una organizzazione cellulare complessa e il nucleo distinto dal citoplasma"; si distinguono dai procarioti, nelle cui cellule non esiste divisione tra nucleo e citoplasma. Gli eucarioti sono tutti gli organismi più evoluti: noi, ma anche le piante, gli insetti, e le lumache. E quindi, da qualunque parte la si giri, questa è la verità profonda della creazione: siamo tutti eucarioti, cari signori, che lo vogliate o no.
(Giuliano 31 maggio 2006)(il disegno qui sotto viene dal Corriere della Sera, o forse da Repubblica)

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