Renoir e Courbet, n.1
(La mostra di Renoir è del 2002, a Milano alla Fondazione Mazzotta)
Come al solito, tutta la gente blocca l'ingresso. E dunque corro avanti, ben sapendo che poi sulle prime opere in mostra potrò tornare in seguito, quando potrò guardarle meglio. Intanto dò un'occhiata veloce in giro, poi vado al piano di sotto e vedo il primo capolavoro vero, il "campo di papaveri" di Alfred Sisley. E poi due bronzi molto belli: la modella è, con ogni evidenza, la madre di Jean, il grande regista francese figlio del pittore. Si vede subito, i lineamenti sono i suoi, cher Octave... (il padre non gli somiglia affatto). Sono moltissimi i ritratti della madre di Jean Renoir, ben riconoscibile dal viso paffuto, dolce ma non bellissimo. E' inevitabile pensare ai grandi film di Renoir figlio, a "La grande illusione", per esempio; e soprattutto a "La regola del gioco". Poi mi cade l'occhio sui Courbet, che lì per lì avevo un po' snobbato. Sono bellissimi e sarà quello che più mi porterò dietro. Sono paesaggi marini, onde, e boschi al tramonto... La prima volta che li guardo resto un po' deluso. Courbet è un pittore che amo molto, e mi aspettavo qualcosa in più. Ma è solo dopo dieci minuti, e dopo aver fatto due volte il giro della mostra, che comincio a vederli veramente, ed è stato magnifico. Li ho guardati di sbieco, con la coda dell'occhio, uscendo dalla "saletta" dei bronzi: e così ho colto la loro vera natura. E' così che bisogna fare, con questi quadri. Devi far finta di non vederli, di ignorarli. Poi ti volti lentamente, senza dar nell'occhio, mentre si sono dimenticati della tua importuna presenza, e loro sono lì veri e vivi, stavano facendo qualcos'altro e li hai colti di sorpresa. Le onde si muovono lentamente, e sembra di ascoltare il rumore della risacca; e, nel bosco non più banale ma incantato, di lato, da sinistra, un bagliore lontano del sole al tramonto mostra tutti i dettagli...
sabato 25 luglio 2009
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