Francesco Somaini (nato nel 1926) rappresenta il mio primo incontro con l'opera d'arte, e in fattispecie con quella contemporanea. Una sua opera, una grande Croce, è infatti all'ingresso del cimitero del paese dove abito: lì mi portavano da bambino, e non potevo non rimanerne colpito. Ancora adesso la guardo con affetto e ammirazione; e purtroppo, con il passare degli anni, le visite al luogo dove è la Croce di Somaini sono diventate sempre più lunghe.
Somaini ha una caratteristica dei grandi artisti: è subito riconoscibile. Quelle sue masse levigate ma solo in parte, a nascondere e ad evidenziare, mi sono diventate subito familiari. Si può essere astratti e non essere incomprensibili, insomma: e me lo dimostrava quella croce senza croce, quel crocifisso dove Cristo risalta pur non essendo fisicamente presente, neppure in immagine. Non sempre Somaini mi convince, per esempio non trovo particolarmente significativo il suo monumento ai Marinai d'Italia, in corso 22 marzo a Milano; ma a lui devo la comprensione dell'arte del Novecento. Gliene sono grato, e scrivo queste righe in riconoscenza.
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1 ora fa
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