giovedì 16 luglio 2009

Linneo ( I )

Da bambino avevo una vera passione per Carlo Linneo. Che in realtà era svedese: Carl von Linné, 1707-1778, fondatore della sistematica. Il primo a dare un nome, e un ordine, a tutto quello che c'è intorno a noi: iniziò con il "Fundamenta botanica" (1736), proseguì con "Genera plantarum" (1737) e terminò con il "Systema Naturae", del 1758.
L'idea di scoprire tutto, di classificare tutto, di dare un nome a tutte le cose ( come potè fare Adamo), è tipica della Scienza, quella vera. La Scienza vera non è mai arrogante: osserva, ragiona, prende nota, discute gli errori e li corregge. Me lo vedo ancora, Linneo, alle prese con un gran lavoro di pazienza: osservare minuziosamente piante, animali, minerali, e dividerli secondo parentele e somiglianze, osservate e annotate con gran cura. Linneo fece con le piante e con gli animali un lavoro che resiste ancora oggi e che merita rispetto e ammirazione; riuscì meno bene con il regno minerale, ma perché gli mancavano le basi: le grandi scoperte della chimica sarebbero venute tutte dopo di lui, e senza la chimica (senza la tavola periodica, intuita da Mendeleyev cent'anni dopo) non è possibile classificare i minerali. Me lo vedo ancora, dunque, Carl von Linné, alle prese col mondo vegetale, intento ad osservare semi e foglie, radici e tuberi, e a classificare e a dividere le varie specie. Un lavoro duro, lento e difficile. Più facile sarà stata (almeno all'inizio) la classificazione del mondo animale: la prima divisione, scheletro interno e scheletro esterno: vertebrati e invertebrati. Di qua, a sinistra, molluschi, crostacei, ragni, insetti; dall'altra parte, a destra, tutti gli altri. Prendo il mucchio di destra e divido ancora: hai le branchie? Allora sei un pesce, o magari un anfibio. Respiri con i polmoni? Ok, di qua, e avanti con il lavoro. Quale può essere la prossima divisione da operare? Forse le ali, chi vola e chi no? No, le galline non volano eppure sono uccelli; e anche i pipistrelli volano, eppure... Ecco, il sistema riproduttivo: chi fa le uova e chi no. E, tra chi non fa le uova, chi allatta i piccoli: i mammiferi. All'interno di questa categoria, per forza di cose, ci siamo anche noi.
Fatti questi ragionamenti, messe le basi nel gran lavoro di Linneo, i tempi sono maturi per le grandi scoperte successive, che cominciano già durante la vita di Linneo. E sono maturi i tempi anche per Charles Darwin, 1809-1882: che viaggerà per anni, vedrà mondi sconosciuti, piante e animali inimmaginabili dai sedentari europei, e che sarà anche più metodico e paziente di Linneo nell'osservare, studiare, catalogare, cercare di capire. Per me, chi critica Darwin non ha mai aperto un suo libro. Non solo: probabilmente non l'ha mai preso in mano, nemmeno per soppesarlo. Se l'avesse fatto, se avesse sfogliato anche distrattamente L'origine delle specie, L'origine dell'uomo, o il Viaggio di un naturalista intorno al mondo, sarebbe più attento nei suoi giudizi. I libri di Darwin sono pieni di disegni, di comparazioni, di osservazioni: di osservazioni dal vero, e non di ipotesi o di prese di posizione gratuite. Logico che a metà Ottocento susciti scandalo quando dice che l'uomo e le scimmie hanno origini comuni; ma è altrettanto logico, ed è sotto gli occhi di tutti, che si è sempre saputo che uomini e scimmie si somigliano, e molto. E che uomini e scimmie allattano i piccoli, come fanno anche i topi e le mucche; che non depongono uova come rettili e uccelli, ma che pure respirano con i polmoni, come quegli esseri così diversi, e che hanno organi interni molto simili. E così via, fino ad arrivare alla genetica moderna. Certo, Darwin è un uomo d'altri tempi: la sua data di nascita parla chiaro, e da allora la scienza ha fatto gran progressi. Non solo Darwin, ma anche Newton è ormai superato dalla fisica moderna. Però nel 2003 siamo andati a votare per il referendum sulla "fecondazione assistita"; abbiamo gli Ogm; a Cremona si allevano già cavalli, buoi e pecore clonate: ma ancora c'è chi sta lì a discutere le osservazioni di Darwin. Abbiamo proprio del gran tempo da perdere, cari creazionisti...
(15 maggio 2005)(nella foto: monumento a Linneo nella sua casa-museo)

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