Siamo sempre inadeguati, attraversando il fiume. Basta poco per spingerci di sotto, un attimo di disattenzione, un piede messo in fallo: ma l’acqua è torbida, le correnti sono infide, non riusciamo mai a vedere dove va a finire di preciso il nostro piede. Quante volte abbiamo visto i filmati dove un branco di zebre, o di gnu, attraversa un fiume? La maggior parte del branco ce la fa, e va finalmente a trovare un posto migliore di quello che hanno appena lasciato. Per chi sopravvive al guado, si apre una nuova vita.
Ma c’è anche chi non sopravvive, all’attraversamento del fiume; e non è detto che siano pochi. Giungere all’altra sponda può provocare catastrofi epocali, ecatombi. Basta poco, come si è detto: non sempre si può aspettare il momento giusto, e il più delle volte muoversi o non muoversi non è una cosa che dipenda dalla nostra volontà.
La morte è una caratteristica dei momenti di transizione. Chi passa quel momento, ha un futuro davanti; chi non lo passa (e non è detto che sia suo demerito, anzi) finirà in pasto ai pesci e ai coccodrilli, e sarà presto dimenticato.
Non capita solo con i grandi fiumi africani, e non capita solo nei documentari tv: è cosa di tutti i giorni. E allora sarà bene ricordarlo: nei momenti di transizione, magari da un sistema economico ad un altro, c’è sempre qualcuno che non ce la fa. E non è detto che la cosa non ci riguardi: è per questo che metto qui a guardia questo gnu e questa zebra, che vi guardino bene in volto. Loro di guadi se ne intendono, al contrario di noi che pensiamo di conoscere tutto e avere una soluzione per tutto.


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