In un'intervista televisiva del 1968, Jacques Tati se la prendeva con l'alzacristalli elettrico. "Cosa c'è di strano se io voglio continuare ad alzare il finestrino dell'auto con la manovella? C'era davvero bisogno di questo marchingegno?", si chiedeva Tati. "Ormai siamo schiavi dell'elettricità," diceva Tati portando quest'esempio bizzarro ma centrato. Il grande regista francese era cresciuto e vissuto, come quasi tutti quella della sua generazione, in un mondo in cui l'elettricità non c'era, ma si viveva lo stesso e magari anche bene. Oggi l'elettricità è dappertutto e governa le nostre vite. Ma, e se manca l'elettricità? Così diceva Tati nei lontani anni '60, ed è un pensiero terrificante ma oggi non ce lo poniamo nemmeno più. Ai bei tempi dei nostri nonni, anche la mancanza di benzina non sarebbe stato un gran problema: c'erano i carretti e i cavalli. Ai nostri giorni, un blackout improvviso e prolungato, d'inverno, significherebbe quasi sicuramente la fine delle nostre foreste residue; ma anche bruciare la legna per riscaldarsi sarebbe un grosso problema, visto che non ci sono più stufe né caminetti. Anche la musica è quasi tutta elettrificata, a parte qualche bizzarro ostinato che suona la fisarmonica o il flauto; vediamo spesso violini elettrici senza più forma di violino, (amplificati elettricamente, se no non si sente niente) (e quasi sempre rasentano l'inutilità assoluta, rigorosamente suonata da violiniste giovani e biotte).
Mah, l'elettricità è comoda, e spero che non venga mai a mancare. Ma l'anno scorso mi si è rotto il motorino dell'alzacristalli (un tentativo di furto) e ho scoperto quanto costa, questo marchingegno che turbava tanto Jacques Tati. La cifra non ve la dico e spero che non la veniate mai a sapere; e il mio pensiero finale è questo: che se ci fossero stati i frigoriferi nell'anno mille noi oggi non avremmo né il prosciutto e il parmigiano, nati da antichi tentativi di conservare carne e latte; e nemmeno la bresaola e - così a occhio - nemmeno il Chianti e il Barbera.
(20 ottobre 2004)
Longlegs – Oz Perkins
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