giovedì 23 luglio 2009

Jackson Pollock

Amo Jackson Pollock in modo incondizionato, e mi fermo a guardare ogni suo dipinto, sia riprodotto che (quando mi capita, cioè raramente) visto dal vero. Si fa presto a dire dripping, e invece non è facile essere Jackson Pollock. E' tutto così ordinato, nei suoi quadri; e anche vederlo all'opera nei filmati d'epoca, mentre versa e sgocciola i colori sulle enormi tele stese per terra, dà un'idea di metodo, di ordine e di consapevolezza che rimandano stranamente a Kandinskij. Un altro Kandinskij: non con le linee e i cerchi ma con i frattali. E tutto questo, credo, senza averlo neanche minimamente voluto né cercato.
(questo qui sotto è White light, così com'era riprodotto sulla copertina di "Free jazz" di Ornette Coleman)

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