«...Riflettiamo. A ben guardare, l'elemento comune delle due storie è nel rapporto con un animale feroce, drago nemico o leone amico. Il drago incombe sulla città, il leone sulla solitudine. Possiamo considerarlo un solo animale: la bestia feroce che incontriamo tanto fuori quanto dentro di noi, in pubblico e in privato. C'è un modo colpevole di abitare la città: accettare le condizioni della bestia feroce dandogli in pasto i nostri figli. C'è un modo colpevole d'abitare la solitudine: credersi tranquillo perché la bestia feroce è resa inoffensiva da una spina nella zampa. L'eroe della storia è colui che nella città punta la lancia nella gola del drago, e nella solitudine tiene con sé il leone nel pieno delle sue forze, accettandolo come custode e genio domestico, ma senza nascondersi la sua natura di belva. Dunque sono riuscito a concludere, posso ritenermi soddisfatto. Ma non sarò stato troppo edificante? Rileggo. Strappo tutto? Vediamo, la prima cosa da dire è che quella del Sangiorgio-Sangirolamo non è una storia con un prima e un dopo: siamo al centro d'una stanza con figure che si offrono alla vista tutte insieme. Il personaggio in questione o riesce a essere il guerriero e il savio in ogni cosa che fa e pensa, o non sarà nessuno, e la stessa belva è nello stesso tempo drago nemico nella carneficina quotidiana della città e leone custode nello spazio dei pensieri: e non si lascia fronteggiare se non nelle due forme insieme. Così ho messo tutto a posto. Sulla pagina, almeno. Dentro di me tutto resta come prima. »
(Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati, capitolo finale)
PS: nelle immagini qui sotto, Gustave Doré (ma si tratta di Angelica e Rinaldo) e un disegno di Ugo Guarino per il Corriere della Sera, anni '80 o forse '90.
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2 commenti:
e certo, ha messo tutto a posto... levarla quella spina, però, non è semplicissimo. :)
p.s.
Anche nell'"Album Calvino"( Mondadori ) c'è qualcosa sul ciclo di San Giorgio degli Schiavoni. Ti riporto qualcosa.
" Molte volte nel corso della mia vita, quasi direi ogni volta che torno a Venezia, ho sentito il bisogno di fare una visita qui, a San Giorgio degli Schiavoni, a rivedere questi dipinti di Carpaccio, quasi direi a "rileggerli", non solo perchè dipinti narrativi, che contengono ognuno un racconto, ma perchè sono composti di tante figurine minute, che si diramano in sequenze lineari, come i segni di una fitta scrittura, e nelle loro prospettive si possono seguire delle successioni temporali. (...) Se uno scrittore può contare un pittore tra i suoi maestri tra i suoi maestri, tra coloro che hanno influenzato il suo mondo poetico, la sua immaginazione, e anche il suo stile, il suo modo di raccontare, certo Carpaccio ha contato... "
Dovrò andarci. Tentai di farlo qualche anno fa ma la trovai chiusa!:)
Italo Calvino è una miniera di informazioni, oltre ad essere un grandissimo scrittore. Devo dire che mi manca molto.
Questi post li ho scritti molti anni fa, sono stati fra le mie prime cose messe su internet, ed è stato bello abbinare le illustrazioni giuste (quasi tutte!)
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